Computer artista (dettagli)
Titolo: Computer artista
Descrizione:
Panoramica sull'applicazione delle tecnologie informatiche alla ricerca nel campo della storia dell'arte, in occasione del Second International Conference on Automatic Processing of Art History Data, patrocinato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal J. Paul Getty Trust (Pisa, Palazzo dei Cavalieri, 24-27 settembre 1984). La prima edizione, First International Conference on Automatic Processing of Art History Data and Documents, si era tenuta nel 1978, promossa dall’Università di Siena, dalla Scuola Normale Superiore, dall’Istituto centrale del catalogo e della documentazione, dal Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico e dal CNR (Pisa, Palazzo dei Cavalieri, 4-7 settembre 1978, atti in 2 voll. editi nel 1978).
Sono citate le pubblicazioni edite a corredo della seconda edizione della conferenza, che censiscono a livello internazionale i progetti informatici attivi nel campo della storia dell’arte:
- Census. Computerization in history of art, a c. di Laura Corti, Pisa-Los Angeles, Scuola Normale Superior-The J.Paul Getty Trust, 1984;
- SN/G. Report on Data Processing Projects in Art, a c. di Laura Corti, Pisa-Los Angeles, Scuola Normale Superior-The J.Paul Getty Trust, 1988 (2 voll.: Projects; Indexes).
Autore: Enrico Castelnuovo
Fonte: La Stampa, anno 118, n. 227, p. 3
Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)
Data: 1984-09-25
Gestione dei diritti:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale
Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)
Formato: application/pdf
Identificatore: Stampa_38
Testo:
«La Stampa» – Anno 118, n. 227 – Martedì 25 settembre 1984, p. 3
Sarà capace di scoprire i falsi
Computer artista
Il calcolatore avanza a gran passi nel campo della storia dell'arte. Il secondo convegno internazionale sul trattamento automatico dei dati e dei documenti storico-artistici (il primo aveva avuto luogo nel 1978) organizzato dalla Scuola Normale Superiore e dal J. Paul Getty Trust riunisce in questi giorni al Palazzo dei Cavalieri a Pisa oltre trecento studiosi. La preparazione ha obbligato gli organizzatori a una faticosa spola tra Pisa e Los Angeles, ma i risultati sono imponenti: è stata fatta una ricognizione delle imprese in corso di realizzazione nel mondo intero (il volume del censimento illustra oltre centocinquanta programmi), sono state presentate per esteso (in altri due volumi) le ricerche più significative e ora per quattro giorni storici dell'arte e informatici, archivisti, archeologi e linguisti fanno il punto della situazione con rapporti, interventi e dimostrazioni (molto attese quelle sui video-dischi, oggetti straordinari che arrivano a contenere fino a centomila immagini) sui campi di applicazione del calcolatore e di altri strumenti affini e complementari nella storia dell'arte.
Dopo le infuocate discussioni di questi ultimi tempi sulle teste di Livorno e sulla fallibilità degli esperti umani, e vista anche la diffusa fiducia di cui gode il calcolatore, il pubblico si chiederà se si sia arrivati al punto in cui la correttezza di un'attribuzione possa essere confermata o smentita dallo strumento o se la distinzione tra un falso e un'opera autentica possa essere fatta con assoluta e scientifica affidabilità. Non siamo certo a tal punto e, anche se in molti altri settori esistono e sono operosi gli «esperti artificiali», dubito che su questo terreno si possa per ora andar molto lontano.
Un problema capitale in questo senso è quello di immagazzinare le immagini nel calcolatore, ciò che richiede una loro preventiva conversione nel linguaggio della macchina, conversione oggi resa possibile dalla alta efficienza raggiunta nei metodi e nelle tecniche di trattamento digitale delle immagini. Una equipe del Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Università di Firenze ha presentato un progetto di analisi cromatica dei dipinti, utile per il restauro e la catalogazione, frutto delle informazioni ottenute da vari strumenti che vengono quindi trattate dal calcolatore. Le immagini in esso immagazzinate non subiscono tra l'altro le variazioni inevitabili proprie al materiale fotografico, rendendo così possibile la costituzione di una base di dati, di un archivio non soggetto a modificazioni nel tempo, che può essere utilizzato per sorvegliare l'eventuale deterioramento degli originali.
In certi casi, molto parziali peraltro, si è arrivati a una sorta di attribuzione computerizzata. Una studiosa svizzera ha messo a punto e ha verificato una metodologia che ha permesso una classificazione rigorosa di un certo tipo di oggetti, di importanza – è vero – abbastanza secondaria e in ogni modo assai particolare all'interno del mare magnum delle opere d'arte e cioè delle stufe in maiolica fatte Zurigo nel Settecento.
La produzione ne era molto abbondante ed esse erano ricercate per la bellezza delle forme e per la finezza della decorazione, tanto che oggi molte ancora ne esistono nei musei e nelle dimore private. L'uso di un programma elaborato ad hoc ha permesso di riunire dei gruppi coerenti di ricondurre alle loro origini esemplari non datati, non firmati e frammentari. Il risultato può apparire modesto, in realtà si trattava di sperimentare una metodologia di più vasta portata, di formulare una tipologia che potesse avere più vaste applicazioni nella storia dell'arte.
Nella produzione delle stufe di maiolica esistono evidentemente caratteri di ripetitività, di serialità che permettono di arrivare a una tipologia plausibile partendo dalla forma generale, dal disegno dei profili e dalla decorazione degli elementi; altri casi possono proporre ostacoli ben più gravi e certo per ora non affrontabili, ma è importante il fatto che l'uso del calcolatore stimoli gli storici dell'arte a porsi problemi di modelli e di tipologie, a mettere l'accento sugli elementi che situano un' opera entro una serie e ne rompono l'isolamento, l'unicità.
Comunque l'impiego del calcolatore in storia dell'arte non si limita certo alla classificazione delle stufe di maiolica del Settecento, le sue applicazioni sono numerosissime. Volete sapere se la marina olandese del Seicento che avete ereditata si trovasse anticamente in qualche collezione o sia passata in qualche vendita pubblica? Il programma «Catart» potrà forse domani dare una risposta al vostro problema. Patrocinato dal Collège de France e dalla Sorbona è un imponente progetto di spoglio e di memorizzazione di tutti i cataloghi di vendita, di collezioni, di esposizioni. La possibilità di avere accesso a questa straordinaria fonte documentaria, troppo abbondante e nello stesso tempo troppo dispersa per essere fino ad oggi sfruttata soddisfacentemente, sarà preziosa per la storia sociale ed economica dell'arte.
Per ogni tipo di catalogo o di repertorio il calcolatore è uno strumento indispensabile e per le possibilità di aggiornamento continuo e per le sue capacità di rispondere immediatamente a domande di vario tipo e di permettere il gioco delle verifiche e dei riferimenti incrociati. Viene così utilizzato nel corpus dei primitivi senesi su tavola come in quello delle ceramiche attiche dipinte che continua la grande impresa di Sir John Beazley, il Berenson dei vasi antichi, nel corpus delle opere d'arte classiche conosciute nel Rinascimento (portato avanti dall'Istituto Warburg e dalla Biblioteca Hertziana), nell'indice di Marburg (il grande catalogo delle opere d'arte e d'architettura in Germania) e in quello dell'arte ebraica intrapreso a Gerusalemme.
Un altro effetto positivo del calcolatore è quello di incoraggiare gli esperimenti interdisciplinari: storici dell'arte e demografi londinesi collaborano a un progetto per esaminare lo status sociale, la struttura della carriera e la distribuzione degli artisti nell'Inghilterra vittoriana prendendo per base i censimenti svoltisi ogni dieci anni tra 1841 e 1881, geografi e storici dell' arte di Losanna e di Ginevra affrontano la vicenda degli stili neo-medievali in Svizzera romanza studiando il numero, a data e la densità delle costruzioni, il rapporto tra posizione geografica, incremento demografico e adozione di certi modi, saggiando come il censo, la religione e la cultura dei committenti abbiano influito sulla scelta degli architetti e dei modelli.
Ma uno dei più significativi mutamenti resi possibili dall'uso del calcolatore è stata la trasformazione della storia della critica d'arte e della storiografia artistica: grazie alla ricognizione e all'analisi dei lessici tecnici delle arti e dei mestieri condotto da storici dell'arte e linguisti sugli inventari che più di altri documenti potevano offrire una cronologia ricca, concreta e databile, grazie allo spoglio dei carteggi degli artisti che permette di restituire la rete complessa di rapporti che univano mercanti, artisti, critici, collezionisti, esperti, intermediari e di evocare il gioco delle stime e delle controstime, dei prezzi di offerta e di quelli di acquisto, sta prendendo forma una nuova metodologia che permette di abbracciare il campo artistico nella sua totalità.
E cosa ne è in questo campo dell'A.I., dell’intelligenza artificiale ormai quotidianamente all'onore delle cronache? Per ora brancola appena tentando, attraverso simulazioni condotte con il calcolatore su casi particolari, di studiare i processi generali del ragionamento archeologico. Nel caso preso in considerazione – l'interpretazione di una stele selgiuchide – sembra che i coefficienti di verosimiglianza della interpretazione finale proposta dagli archeologi e analizzata dal calcolatore siano di un ordine assai basso, del 25% circa. Mi domando cosa accadrà quando l'impietoso strumento verrà applicato allo studio dei processi generali del ragionamento degli storici dell'arte, magari su un caso recentissimo, di cui si parla ancora.
Enrico Castelnuovo
NOMI CITATI
- Beazley, John Davidson
LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Firenze
o Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Ingegneria Elettronica
- Gerusalemme [Israele]
- Ginevra [Svizzera]
- Londra [Regno Unito]
o The Warburg Institute
- Los Angeles [Stati Uniti]
o J. Paul Getty Museum Trust
- Losanna [Svizzera]
- Marburg [Germania]
- Parigi [Francia]
o Collège de France
o Sorbonne Université
- Pisa
o Palazzo dei Cavalieri [Scuola Normale Superiore]
o Scuola Normale Superiore
- Roma
o Bibliotheca Hertziana
- Zurigo [Svizzera]
Collezione: La Stampa
Etichette: _Convegno, Storia e storici dell'arte
Citazione: Enrico Castelnuovo, “Computer artista,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/52.