Sfoglia documenti (28 in totale)
-
Su Canaletto di André Corboz
Recensione dell'opera: André Corboz, Canaletto. Una Venezia immaginaria, Venezia-Milano, Alfieri-Electa, 1985, 2 voll. Questo studio, superando il taglio biografico, appassiona Castelnuovo perché indaga la Venezia immaginaria costruita da Canaletto, tra realtà e invenzione, alla ricerca delle modalità operative e delle iconografie predilette dal pittore, dei significati simbolici e delle implicazioni culturali espressi con continuità nelle vedute e nei capricci.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Galileo critico delle arti di Erwin Panofsky
Recensione dell'opera: Erwin Panofsky, Galileo critico delle arti, a c. di Maria Cecilia Mazzi, Venezia, Cluva, 1985. Nel saggio Galileo as a Critic of the Arts, pubblicato nel 1954 e ora tradotto per la prima volta in italiano, Castelnuovo riconosce un intervento esemplare sul contributo di Galileo Galilei (1564-1642) al dibattito sull'arte: l’indagine panofskyana pone in evidenza le connessioni tra le scelte estetiche di Galileo e le sue strutture mentali, valutandone l’impatto, tutt’altro che secondario, sul suo pensiero scientifico.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su L’arte e il suo pubblico di Hans Belting
Recensione dell'opera: Hans Belting, L'arte e il suo pubblico. Funzione e forme delle antiche immagini della passione, Bologna, Nuova Alfa (Rapporti, 56), 1986 (introduzione di Giorgio Cusatelli, traduzione di Donatella Mazza; I ed. Das Bild und sein Publikum im Mittelalter. Form und Funktion früher Bildtafeln der Passion, Berlino, Mann, 1981). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Misteri pagani del Rinascimento di Edgar Wind
Recensione dell'opera: Edgar Wind, Misteri pagani nel Rinascimento, Milano, Adelphi, 1985 (traduzione di Piero Bertolucci). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.
Nello stesso numero de «L’Indice dei libri del mese» Castelnuovo presenta in un ampio articolo L'inchiostro variopinto di Federico Zeri. -
Su Vermeer di Gilles Aillaud, Albert Blankert, John Michael Montias
Recensione dell'opera: Gilles Aillaud, Albert Blankert, John Michael Montias, Vermeer, Milano, Mondadori (Pagine d'arte), 1986 (traduzione di Serena Marchi; I. ed. Hazan, 1986). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Lo schiavo del manoscritto di Amitav Ghosh
Recensione dell'opera: Amitav Ghosh, Lo schiavo del manoscritto, a c. di Anna Nadotti, Torino, Einaudi, 1993. -
Temperamenti difficili
Recensione dell'opera: Bernard Berenson e Roberto Longhi, Lettere e scartafacci, 1912-1957, a c. di Cesare Garboli e Cristina Montagnani, con un saggio di Giacomo Agosti, Milano, Adelphi, 1993.
Un “dossier incalzante”: così Castelnuovo introduce l’edizione della corrispondenza tra i due storici dell’arte. A partire dal progetto incompiuto di tradurre gli scritti di Berenson, queste lettere – insieme ai saggi che le accompagnano – offrono l’occasione per ricostruire un rapporto tumultuoso, nonché l’evoluzione delle loro visioni della storia dell’arte, negli anni sempre più distanti (“Non eravamo temperamenti facili” dichiara lo stesso Longhi, nella prefazione dei propri Scritti giovanili). Parte del carteggio era già stata pubblicata: è ricordato il saggio di Flora Bellini sulla prima lettera di Longhi a Berenson (Una passione giovanile di Roberto Longhi: Bernard Berenson, in L’arte di scrivere sull’arte: Roberto Longhi nella cultura del nostro tempo, a c. di Giovanni Previtali, Roma, Editori Riuniti, 1982, pp. 9-26). Chiude l’articolo una bibliografia selezionata sui due storici dell’arte, che comprende anche i principali titoli che Berenson e Longhi hanno licenziato negli anni in cui furono in contatto.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla
Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Zeri II: la vendetta
Recensione dell'opera: Federico Zeri, L'inchiostro variopinto, Milano, Longanesi, 1985. A tre anni dalla pubblicazione di Mai di Traverso (Longanesi, 1982), Zeri riunisce più di sessanta articoli scritti nella prima metà degli anni Ottanta per «La Stampa» e «L’Europeo». Castelnuovo non solo apprezza la penna dell’autore, ma riconosce in lui – pur senza esplicitarlo – un modello per la tutela dei beni culturali e la divulgazione dell’arte sulla carta stampata: se ne ammira la lucidità, l’intelligenza delle proposte e il valore civile delle sue denuncie, prende però le distanze dalle polemiche più violente e ne critica l’arroganza e l’intransigenza del giudizio, come nel caso dell’attribuzione dell’affresco di Guidoriccio da Fogliano (sul caso era già intervenuto su «La Stampa» nel 1985: Il pittore di Petrarca). Castelnuovo tornerà a parlare dell’immagine che di Zeri emerge dai suoi scritti nella recensione agli Scritti sull'arte dell'Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento).
Questo articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 154-155). Nello stesso numero de «L’Indice dei libri del mese» Castelnuovo recensisce inoltre Misteri pagani nel Rinascimento di Edgar Wind. Una copia della raccolta di Zeri è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.