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Pittori alla finestra
Recensione dell'opera: Anna Ottani Cavina, I paesaggi della ragione. La città neoclassica da David a Humbert de Superville, Torino, Einaudi, 1994.
Castelnuovo individua nello studio di Ottani Cavina un contributo fondamentale sul paesaggio in età neoclassica, a partire dalle vicende dei pittori francesi pensionanti a Roma – David, Debret, Drouais, Gauffier, Saint-Ours, Valenciennes – e il loro interesse per l’antichità e la natura, indagate con occhi nuovi mediante il disegno dal vero. L’articolo si chiude guardando agli sviluppi di questa pittura sino al Novecento, richiamando per affinità un saggio Emil Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo (Einaudi, 1966), di cui lo stesso Castelnuovo aveva promosso la traduzione e scritto la prefazione.
Una copia dell’opera di Ottani Cavina di quella di Kaufmann sono presenti nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Pittura e vita
Recensione dell'opera: Roberto Longhi, Studi e ricerche sul Sei e Settecento 1929-1970, Firenze, Sansoni, 1991 (parte dell’Edizione delle opere complete di Roberto Longhi, vol. XII).
Nel contributo Castelnuovo ripercorre le mostre e gli studi che il proprio maestro, “il più geniale storico dell'arte italiana del nostro secolo”, ha dedicato alla pittura del XVII e XVIII secolo a partire dalla sua “riflessione sul rapporto pittura-vita-realtà e su una ipotizzata — e minoritaria — via europea della pittura italiana tra Sei e Settecento” (il rimando va in primis all’esposizione I Pittori della realtà in Lombardia, Palazzo Reale di Milano, aprile-luglio 1953). In particolare, è sottolineato il suo impegno nel rivalutare artisti dimenticati e sovvertire gerarchie artistiche all'epoca consolidate, anche indagando il versante della ricezione delle opere per comprendere, così, la sfortuna critica di questa linea lombarda, a lui tanto cara, della pittura del Seicento.
Nello stesso numero de «L’Indice dei libri del mese» Anna Zanoli si sofferma su Il critico accanto al fotografo, al fotocolorista e al documentarista, contributo di Longhi sui documentari realizzati con Umberto Barbaro («Paragone», XV, 169, gennaio 1964, pp. 29-38; ripubblicato nell’Edizione delle opere complete, vol. X, Ricerche sulla pittura veneta 1946-1969, Firenze, Sansoni, 1978, pp. 181-186).
Questo articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 147-150). Una copia dell’opera recensita da Castelnuovo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Iconografia rivoluzionaria
Recensione dell’opera: Christian-Marc Bosséno, Christophe Dhoyen, Michel Vovelle, Immagini della libertà. L'Italia in rivoluzione 1789-1799, Roma, Editori riuniti, 1988 (traduzione di Roberto Della Seta). L’articolo è parte della sezione Un anno di Rivoluzione francese, edita a cura di Bruno Bongiovanni e Marco Revelli in occasione del bicentenario. Sul tema dell’iconoclastia, il ruolo e la diffusione delle immagini Castelnuovo richiama The Power of Images. Studies in the History and Theory of Response di David Freedberg (University of Chicago Press, 1989).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Canaletto di André Corboz
Recensione dell'opera: André Corboz, Canaletto. Una Venezia immaginaria, Venezia-Milano, Alfieri-Electa, 1985, 2 voll. Questo studio, superando il taglio biografico, appassiona Castelnuovo perché indaga la Venezia immaginaria costruita da Canaletto, tra realtà e invenzione, alla ricerca delle modalità operative e delle iconografie predilette dal pittore, dei significati simbolici e delle implicazioni culturali espressi con continuità nelle vedute e nei capricci.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Torino, piccola caput mundi
Recensione della mostra: Roma Torino Parigi 1770-1830 (Torino, Lingotto Fiere: 27 febbraio-7 marzo 1993), a c. di Giovanni Romano, catalogo edito da Umberto Allemandi; l’esposizione è organizzata nell’ambito della Biennale internazionale di antiquariato Arte antica '93: Castelnuovo era parte del comitato scientifico, presieduto da Federico Zeri. Ripercorrendo le principali opere, l’articolo offre un affondo sull’arte piemontese da Vittorio Amedeo III sino alla Restaurazione, passando per la parentesi napoleonica, e mette a fuoco i rapporti internazionali che legavano Torino ad altre capitali europee quali Parigi e Roma.
Una copia del catalogo della mostra è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo “Arturo Graf” -
Wright of Derby delle ciminiere
Castelnuovo introduce la pittura di Joseph Wright of Derby (1734-1797) in occasione della tappa parigina della mostra itinerante Joseph Wright of Derby, 1734-1797 (Londra, Tate Gallery; Parigi, Grand Palais; New York, Metropolitan Museum of Art: 1990) e dell’esposizione All'ombra del Vesuvio: Napoli nella veduta europea dal Quattrocento all'Ottocento (Napoli, Castel Sant'Elmo: 12 maggio-29 luglio 1990). Descrivendo le opere più note, il contributo si focalizza sui soggetti e sui committenti delle tele, illustrando come il pittore ha rappresentato in modo pregnante lo spirito della rivoluzione industriale e la società inglese della seconda metà del XVIII secolo (da qui deriva il titolo dell’articolo).
L’articolo nasce come risposta alla recensione di Philippe Dagen su «Le Monde», che presentava Wright of Derby come un pittore kitsch da dimenticare. Prendendone le distanze, Castelnuovo ricorda con rimpianto André Chastel (1912-1990) che per anni aveva scritto con grande intelligenza di arte sul quotidiano (l’articolo a cui si accenna è intitolato: Au vrai kitsch anglais, On ne connaissait pas le peintre du XVIIIe Joseph Wright of Derby. Et peut être aurait mieux valu continuer à l'ignorer, 25 maggio 1990).
Una copia del catalogo della mostra napoletana è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo “Arturo Graf”. -
Fragonard, la natura amorosa
Recensione della tappa parigina della mostra: Fragonard (Parigi, Grand Palais: 24 settembre 1987-4 gennaio 1988; New York, Metropolitan Museum of Art: 2 febbraio-8 maggio 1988), a c. di Pierre Rosenberg. L’articolo ripercorre la carriera di Jean-Honoré Nicolas Fragonard (1732-1806), ricostruendone l'alterna fortuna nel corso del XVIII secolo e focalizzandosi, in particolare, sui viaggi in Italia compiuti dal pittore, sulla sua opera grafica e sui soggetti delle opere esposte.
Una copia del catalogo della mostra è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo “Arturo Graf”. -
Ducros degli uragani
Castelnuovo traccia un profilo del pittore svizzero Abraham-Louis-Rodolphe Ducros (1748-1810) a partire dall’esperienza del suo viaggio in Italia. Presentando i suoi acquerelli di grande formato, viene messo in luce come sul finire del XVIII secolo la veduta documentaria e il paesaggio souvenir, figli della la cultura del grand tour, cedano il passo a una rappresentazione della natura scossa dal sentimento del sublime. L’articolo è pubblicato in occasione delle mostre dedicate all’artista:- A Tour in Words and Watercolour. The Swiss Artist Louis Ducros Accompanies Dutch Tourists in Italy in 1778, a c. di Jan Wolter Niemeijer (Amsterdam, Rijksmuseum, Rijksprentenkabinet: 18 gennaio-11 maggio 1986; una seconda edizione della mostra si è tenuta al Musée Historique di Losanna (22 giugno-17 settembre 1990): Images et souvenirs de voyage. Le dessinateur suisse Louis Ducros accompagne des touristes hollandais en Italie en 1778;
- A.L.R. Ducros (1748-1810). Paysages d'Italie à l'époque de Goethe, a c. di Pierre Chessex (Losanna, Musée cantonal des Beaux-Arts: 21 marzo-19 maggio 1986); nel 1987 la mostra è approdata in Italia: Ducros 1748-1810. Paesaggi d'Italia all'epoca di Goethe (Roma, Palazzo Braschi, 26 febbraio-3 maggio 1987).
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Le scintille di Watteau
Recensione della mostra: Watteau 1684-1721 (Washington, National gallery of art: 17 giugno-23 settembre 1984; Parigi, Galeries nationales du Grand Palais: 23 ottobre 1984-28 gennaio 1985; Berlino, Castello di Charlottenburg: 22 febbraio-26 maggio 1985), a c. di Pierre Rosenberg. Presentando la tappa parigina dell’esposizione, Castelnuovo segnala quanto siano discordanti i giudizi sui disegni e sulla pittura di Watteau: se l’apprezzamento per la grafica è pressoché incondizionato, parecchie sono invece le riserve verso l’opera pittorica, in particolare sulle tele meno conosciute portate in mostra da Rosenberg. Già i conoscitori che avevano conosciuto il maestro segnalano la sua predilezione per il disegno, di contro a un’insoddisfazione verso la propria pittura; il cattivo stato di conservazione della pellicola pittorica di molte opere, dovuto alla stessa tecnica adoperata e ai successivi restauri, fa sì che oggi siano generalmente meno apprezzate. Per meglio comprendere il pittore, Castelnuovo rimarca la necessità di nuovi studi attenti al teatro e alla letteratura dell’epoca, per meglio comprendere i soggetti abitualmente rappresentati, e alla storia del gusto e del costume della società francese dell’epoca, che tanto invece lo aveva apprezzato.
Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
I milord innamorati delle statue romane
Intervento sul rapporto con l’arte antica da parte di artisti e collezionisti durante il XVIII secolo, a partire dai risultati messi in luce da Francis Haskell e Nicholas Penny nel volume Taste and the Antique. The Lure of Classical Sculpture, 1500-1900 (New Haven, Yale University Press, 1981) e nella mostra The Most Beautiful Statues. The Taste for Antique Sculpture, 1500-1900 (Oxford, Ashmolean Museum: 26 marzo-10 maggio 1981).
Una copia del volume e del catalogo della mostra, al pari curata da Haskell e Penny, sono presenti nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.