«Sono due tele del periodo olandese. Celebri, ma non l'apice della sua arte» (dettagli)
Titolo: «Sono due tele del periodo olandese. Celebri, ma non l'apice della sua arte»
Descrizione:
Claudio Giacchino intervista Enrico Castelnuovo in occasione del furto di due tele del Van Gogh Museum di Amsterdam (La congregazione lascia la chiesa riformata di Noenen, inv. s 416 M/1990; Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta, inv. s 3 V /1962). Castelnuovo contestualizza le opere nel catalogo di Van Gogh e ragiona sul loro valore economico, portando ipotesi sul movente della rapina. Le tele sono state ritrovate nel 2016 a Castellammare di Stabia presso Napoli e riconsegnate al Museo: si era trattato di un furto commissionato dal boss Raffaele Imperiale.
L’intervista accompagna l’articolo di Enrico Singer, Doppio furto al Museo Van Gogh.
Autore: Enrico Castelnuovo, Claudio Giacchino
Fonte: La Stampa, anno 136, n. 335, p. 5
Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)
Data: 2002-12-08
Gestione dei diritti:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale
Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)
Formato: application/pdf
Identificatore: Stampa_87
Testo:
«La Stampa» – Anno 136, n. 335 – Domenica 8 dicembre 2002, p. 5
Lo storico dell’arte Enrico Castelnuovo
«Sono due tele del periodo olandese. Celebri, ma non l’apice della sua arte»
Intervista
Claudio Giacchino
CERCHIAMO lo storico dell’arte Enrico Castelnuovo per avere un commento sulle due opere di Van Gogh ora in mano ai ladri. Il professore è a Parigi «dove ho una sessione di lauree, adesso mi trovo nel Beaubourg, a una mostra di Max Beckmann, affascinante pittore espressionista. Mi hanno detto di quanto è accaduto ad Amsterdam, non so però ancora che cosa è stato portato via». Glielo diciamo, la voce dello storico ha un sussulto: «Davvero, uno dei quadri ritrae la spiaggia di Scheveningen? Quale incredibile coincidenza, sono davanti a un quadro di Beckmann che ritrae la spiaggia di Scheveningen».
Sì, professore, è proprio straordinaria. A proposito della «Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta» dipinta da Van Gogh nel 1882, è possibile stimarne il valore?
«É una tela che risale al periodo giovanile, quindi anteriore alle opere “francesi”, ai dipinti parigini e di Arles che costituiscono le vette dell’arte vangoghiana. Di conseguenza. il valore è inferiore ai prezzi stratosferici raggiunti dal pittore olandese».
Già, dodici anni fa il «Ritratto del dottor Gachet» fu battuto da Christie’s per 82 milioni di dollari. Quella cifra è ancora record, mai un quadro è stato pagato più caro.
«Qui siamo su livelli inferiori. A ogni modo, non si tratta di cifre, qualsiasi Van Gogh è invendibile: figurarsi poi uno conservato al Museo di Amsterdam, schedato, conosciutissimo come tutti quelli lì esposti. No, al di là del suo valore, della stima che se ne può dare, chi l’ha rubato non può venderlo, appena lo mette in circolazione viene subito scoperto. Piuttosto, qual è l’altra opera trafugata?».
«La congregazione lascia la chiesa riformata di Noenen». È degli inizi del 1884.
«Anche questo quadro appartiene al periodo olandese: vale lo stesso discorso fatto per "La spiaggia", i ladri non hanno alcuna possibilità di metterlo sul mercato. Apparentemente si tratta di un furto insensato, assurdo. A meno che non sia stato compiuto da assoluti ignorantoni, da individui che non sanno quanto sia celebre ogni lavoro di Van Gogh e, nella loro stoltezza, s’illudono di monetizzare il colpo. Però, è difficile ipotizzare che simili sprovveduti abbiano architettato una simile impresa».
Quindi, l’ipotesi più concreta è quella del furto su commissione?
«Sì, è probabile. Anche se su tali ruberie si vocifera, si fantastica, però mai s’è trovato qualcosa che suffragasse un giro mondiale di collezionisti "neri", come vengono chiamati, che fanno rubare la tal tela nel tal museo per poi chiuderla in un forziere e averla tutta per sé. Spesso si favoleggia di ricchissimi giapponesi malati d’arte, ma in definitiva chissà se esistono, o se sono soltanto leggende metropolitane. Nel Medio evo si facevano trafugare le reliquie dei santi per inseguire la vita eterna, adesso magari si commissiona il furto di capolavori della pittura inseguendo un sogno d’estasi artistica che più individualista, segreto non potrebbe essere. Forse però l’ipotesi più fondata è quella del riscatto».
Sarebbe a dire?
«I ladri sono ben consapevoli che Vincent Van Gogh è impossibile da commercializzare e allora hanno fatto il colpo per poi chiedere un riscatto alle assicurazioni: voi dovrete pagare fior di miliardi al Museo, dateci un quarto della cifra e vi facciamo ritrovare i quadri. Mi auguro sia così, in tal caso potremo ammirare di nuovo la “Spiaggia di Scheveningen” e la “Congregazione”. La vera iattura sarebbe che le tele fossero in mani inesperte. In questo caso rischieremmo di non rivederle mai più».
«La congregazione lascia la chiesa riformata di Noenen»; «Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta». Il dipinto, che misura 34 per 51 centimetri, è del 1882
NOMI CITATI
- Beckmann, Max
- Christie’s
- Gachet, Claude
- Giacchino, Claudio
- Van Gogh, Vincent
LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Amsterdam [Paesi Bassi]
o Van Gogh Museum
- Arles [Francia]
- Nuenen [Nuenen, Gerwen en Nederwetten, Paesi Bassi]
- Parigi [Francia]
o Centre Georges Pompidou
- Scheveningen [Aia, Paesi Bassi]
o spiaggia di Scheveningen
Collezione: La Stampa
Etichette: _INTERVISTA, Arte XIX-XX secolo, Musei mercato collezionismo
Citazione: Enrico Castelnuovo e Claudio Giacchino, “«Sono due tele del periodo olandese. Celebri, ma non l'apice della sua arte»,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/103.