Tra le conchiglie troverete le pietre (dettagli)
Titolo: Tra le conchiglie troverete le pietre
Descrizione:
Profilo di Ferdinando Bologna (L’Aquila, 27 settembre 1925 - Ocre [L’Aquila], 3 aprile 2019) in occasione del suo settantesimo compleanno e della pubblicazione della raccolta di saggi a lui dedicata: Napoli, l’Europa. Ricerche di storia dell’arte in onore di Ferdinando Bologna, a c. di Francesco Abbate e Fiorella Sricchia Santoro, Catanzaro, Meridiana Libri, 1996 (nell’articolo è erroneamente riportato Donzelli editore).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo "Arturo Graf"
Autore: Enrico Castelnuovo
Fonte: Il Sole 24 Ore, anno 132, n. 34, p. 35
Editore: Il Sole 24 Ore; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2024)
Data: 1996-02-04
Gestione dei diritti:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale
Relazione:
Formato: application/pdf
Identificatore: Sole_28
Testo:
«Il Sole 24 Ore» – Domenica 4 febbraio 1996, n. 34, p. 35
SCRITTI IN ONORE
Tra le conchiglie troverete le perle
Colleghi e amici festeggiano i settant’anni di Ferdinando Bologna con un’antologia di saggi di storia dell’arte
di Enrico Castelnuovo
La prima volta che incontrai Ferdinando Bologna fu quando ero studente sulle pagine de La Parola del Passato, l’esemplare rivista di studi classici pubblicata a Napoli da Gaetano Macchiaroli in cui era apparso nel 1949 una sua recensione lunga e impegnata al gran libro di Gian Piero Bognetti su Santa Maria di Castelseprio. La stessa ricchezza di problemi, la stessa larghezza di orizzonti le ritrovai visitando l’anno dopo una mostra memorabile Sculture lignee nella Campania, che due giovani ispettori della Soprintendenza di Napoli, Raffaello Causa e, appunto, Ferdinando Bologna avevano organizzato e il cui catalogo colpiva per una densità e una ampiezza di vedute insolite che travalicavano l’orizzonte locale e quello nazionale. Di persona lo incontrai qualche anno più tardi quando un gruppo di allievi di Longhi scese in gita scolastica a Napoli con il maestro a visitare un’altra bella mostra che i due infaticabili ispettori, auspice l’indimenticabile Bruno Molajoli, avevano allestito, quella su Fontainebleau e la Maniera Italiana. Correva l’anno 1953.
Si perdoni questo percorso nella memoria ma l’immagine di Ferdinando Bologna è per me radicata a quegli anni lontani, a quelle mostre, a quegli scritti in cui si ritrovano in nuce i modi, il carattere, le curiosità, le passioni, gli entusiasmi di questo storico dell’arte dagli ampi orizzonti e dalla vasta produzione che ha esplorato tanti campi e perlustrato secoli diversi, indagato le personalità di molti artisti, affrontato problemi spesso cruciali e che in tutti i suoi interventi è stato sempre fedele a un certo tipo di approccio metodologico, a certi valori, a certi principi scientifici ma anche civili.
Allievo a Roma di Pietro Toesca, e a Napoli, quando dopo la laurea fu borsista dell’Istituto di studi storici fondato da Benedetto Croce, di Giovanni Pugliese Carratelli, vicino per tanti anni a Roberto Longhi cui fu a fianco fin dagli inizi dell’avventura di «Paragone», ottimo conoscitore, lettore appassionato, storico di razza quanto geografo curioso di vie, rotte e percorsi, Ferdinando Bologna ha lasciato – e continua a lasciare – la sua orma in molti territori e in molti difficili passaggi della storia dell’arte mantenendo – lui regnicolo – un profondo legame con le sue origini e spaziando con grande ampiezza di sguardo dal Mezzogiorno all’Europa.
Tutto ciò mostrano i suoi molti scritti che hanno contribuito alla lettura e allo scioglimento di tanti nodi. Essi spaziano dalla pittura italiana dalle origini alla scultura medievale nel Mezzogiorno, alla pittura del Trecento, a Simone Martini – dei cui affreschi assisiati ha inteso e ribadito con chiarezza la precoce datazione e della cui pala oggi a Capodimonte con San Ludovico di Tolosa ha dato una lettura di spessore esemplare –, a Giotto, all’arte della corte angioina, a quella circolazione artistica mediterranea tra Tre e Quattrocento da Genova a Napoli, alla Sicilia alla Catalogna che l’ha da sempre appassionato, al Cinquecento, alla Maniera, all’amatissimo Caravaggio, a Solimena, a Gaspare Traversi ma anche a Teofilo Patini o ai problemi dell’Industrial Design e alle esplorazioni abruzzesi, terra cui ritorna sempre con antica fedeltà (è appena uscito un suo lungo saggio sulla splendida fontana aquilana quella detta delle novantanove cannelle – La Fontana della Rivera, Roma 1995 – di cui si mettono in luce le radici federiciane). Per festeggiare i suoi industriosissimi settant’anni, allievi, allievi di allievi, colleghi, collaboratori e amici italiani e stranieri hanno preparato un bel volume che si intitola Napoli, l’Europa, curato da Francesco Abbate e Fiorella Sricchia Santoro. I diversi contributi si innestano in gran parte sui tantissimi spunti che offre e ha offerto il lavoro del festeggiato la cui bibliografia premessa all’opera conta quasi duecento titoli e non comprende gli articoli di destinazione giornalistica, pur molto meditati e assai cari al loro autore.
Gli scritti contenuti in questa miscellanea sono numerosi – sessantuno per la precisione – i temi trattati vanno dal dodicesimo secolo ai nostri giorni abbracciando questioni di pittura, miniatura, architettura, scultura, letteratura artistica, committenza. Sarebbe lungo enumerare gli autori, qualche nome però bisognerà pur farlo e tra questi quelli dei due inquilini del Louvre, Michel Laclotte e Pierre Rosenberg. Il primo illustra (mettendone tra l’altro in luce le suggestioni donatelliane) un gruppo di splendidi fogli di un Libro d’Ore che Jean Fouquet dipinse per il cognato del suo grande patron Etienne Chevalier e che è oggi alla Pierpont Morgan Library, opera di straordinaria bellezza e di suggestioni inesauribili (chi potrà dimenticare il bue implacabilmente prospettico che sotto una luminosa pergola alla Domenico Veneziano avanza verso lo studio di San Luca?). Il secondo parla di Jacques Linard conchiliologo per immagini seicentesco, citato en passant e molto precocemente in una pagina di un raffinato conoscitore di meraviglie naturali quale Vladimir Nabokov. Un’altra splendente novità è la fiera Madonna del grande veneziano Bartolomeo Bon a Lugo di Romagna, pubblicata da Massimo Ferretti che ne trae spunto per qualche intelligente considerazione sullo stato delle conoscenze sulla scultura del Quattrocento in Italia e sulle difficoltà che ancora si frappongono a farne una storia. Rimanendo in area rinascimentale Luciano Bellosi fissa nuovi punti fermi per la pittura a Siena verso la metà del secolo scoprendo in una chiesa della città un inedito del bolognese Michele di Matteo ivi operoso nel 1447 e riconoscendo a Matteo di Giovanni, di cui con la data 1452, diventa l’opera più antica, una tavoletta di Biccherna oggi ad Amsterdam, Giovanni Romano interviene su Spanzotti promettendo un più ampio saggio e Sandro Ballarin illustra una ritrovata (e importante) Adorazione dei Magi di Jacopo Bassano dipinta intorno al 1572.
Molti dei contributi – dicevo – prendono spunto da vicino o da lontano dalle ricerche di Ferdinando Bologna. Si parla così di Odorisio da Benevento, il grande autore delle porte bronzee della cattedrale di Troia mettendone in luce l’impronta fortemente occidentale e le conoscenze transalpine (F. Aceto), del paliotto in opus romanum del tesoro di Anagni rivelatore dei caratteri straordinariamente ricchi e complessi della cultura figurativa romana dell’ultimo quarto del Duecento (A. Lauria), dell’importanza e della personalità di Roberto d’Oderisio quali appaiono dopo l’ultimo restauro dei suoi affreschi all’Incoronata, insistendo sul valore delle splendide sinopie e pubblicandone una tavola inedita (P.L. Leone de Castris), del significato iconografico e politico degli affreschi, sempre all’Incoronata, con le storie di San Ladislao da leggersi in rapporto con avvenimenti contemporanei quali le azioni di Ladislao di Durazzo per impadronirsi della corona d’Ungheria (F. Navarro). Questi affreschi sono opera di un grande artista sulla cui identità i pareri sono molto discordanti e che potrebbe essere una stessa persona con lo scultore e orafo Antonio Baboccio di Piperno, uno dei grandi personaggi dello stile internazionale a Napoli (F. Abbate). Si resuscita (P. Santucci) il fiorentino Polito del Donzello, fratello del più noto Pietro, a Napoli nel 1485, attribuendogli le misteriose storie degli Argonauti dipinte nel 1487 per lo sposalizio di Lorenzo Tornabuoni e Giovanna degli Albizi e poi si attraversa il Cinquecento tra le miniature attardate ma assai belle dei corali cassinesi (F. Sricchia Santoro), tra tele, disegni, architetture e sculture, per abbordare il Seicento affrontando grossi problemi: il disegno (A. Ottani) e l’incisione (E. Borea) dei caravaggeschi, la ricezione di Caravaggio nella patria di una scuola pittorica fiorente come quella bolognese (G. Perini), presentando belle pitture inedite di Enrico Fiammingo (N. Spinosa), del romano Giuseppe Puglia detto il Bastaro (E. Schleier), di Luca Giordano (V. Pacelli), di Francesco Solimena, e ancora incisioni, sculture lignee pugliesi, disegni del Curradi. Il Settecento che si apre con Francesco Solimena è rappresentato da interventi sul De Dominicis un tempo vituperato, ma restituito da Bologna all’onor se non degli uomini degli storiografi, su Ferdinando Fuga e Van Wittel e l’Ottocento vede alcuni episodi siciliani come una stuzzicante passeggiata tra i libri orientali di Michele Amari (A. Fusco), un Cavalcaselle alle prese con un’opera di Martin Schongauer fuori contesto (R. De Gennaro) e saggi su Filippo Palizzi (A. Picone Petrusa) e Adriano Cecioni a Napoli (S. Gallo). Chiudono il volume – ma molti altri saggi sarebbero da citare – uno scritto di Cesare de Seta sulla scrittura degli storici dell’arte e i suoi modi e alcuni appunti ritrovati di Alessandro Conti sul pubblico moderno del restauro.
«Napoli, l’Europa. Ricerche di storia dell’arte in onore di Ferdinando Bologna» a cura di F. Assati e F. Sricchia Santoro, Donzelli, Roma 1996, pagg. 336, L. 220.000
Jacques Linard, «Conchiglie e due coralli», Parigi, Istituto Olandese, Fondazione Custodia. In alto, Ferdinando Bologna
NOMI CITATI
- Abbate, Francesco
- Aceto, Francesco
- Albizzi, Giovanna degli
- Amari, Michele
- Baboccio, Antonio, da Piperno
- Ballarin, Alessandro
- Bassano, Jacopo
- Bellosi, Luciano
- Bognetti, Gian Piero
- Bologna, Ferdinando
- Bono, Bartolomeo
- Borea, Evelina
- Caravaggio [Michelangelo Merisi]
- Causa, Raffaello
- Cavalcaselle, Giovanni Battista
- Cecioni, Adriano
- Chevalier, Etienne
- Conti, Alessandro
- Croce, Benedetto
- Curradi, Francesco
- De Dominici, Bernardo
- De Gennaro, Raffaele
- de Seta, Cesare
- Domenico Veneziano
- Donzelli editore
- Donzello, Ippolito del
- Donzello, Pietro del
- Ferretti, Massimo
- Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo
- Fouquet, Jean
- Fuga, Ferdinando
- Fusco, Maria Antonella
- Gallo, Stefano
- Giordano, Luca
- Giotto
- La parola del passato. Rivista di studi classici
- Laclotte, Michel
- Ladislao d'Angiò Durazzo, re di Napoli [il Magnanimo]
- Ladislao I, re d’Ungheria, santo
- Lauria, Antonietta
- Leone de Castris, Pierluigi
- Linard, Jacques
- Longhi, Roberto
- Macchiaroli, Gaetano
- Martini, Simone
- Matteo di Giovanni
- Meridiana libri
- Michele di Matteo
- Molajoli, Bruno
- Nabokov, Vladimir
- Navarro, Fausta
- Oderisio da Benevento
- Ottani Cavina, Anna
- Pacelli, Vincenzo
- Palizzi, Filippo
- Paragone
- Patini, Teofilo
- Perini, Giovanna
- Picone Petrusa, Mariantonietta
- Puglia, Giuseppe [il Bastaro]
- Pugliese Carratelli, Giovanni
- Roberto di Oderisio
- Romano, Giovanni
- Rosenberg, Pierre
- Santucci, Paola
- Schleier, Erich
- Schongauer, Martin
- Solimena, Francesco
- Somer, Hendrick van [Enrico Fiammingo]
- Soprintendenza di Napoli [Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli]
- Spanzotti, Giovanni Martino
- Spinosa, Nicola
- Sricchia Santoro, Fiorella
- Toesca, Pietro
- Tornabuoni, Lorenzo
- Traversi, Gaspare
- Wittel, Caspar van
LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Amsterdam [Paesi Bassi]
o Rijksmuseum
- Anagni [Frosinone]
o Museo del tesoro della cattedrale di Anagni
- Bologna
- Castelseprio [Varese]
o Chiesa di Santa Maria foris portas
- Catalogna [Spagna]
- Genova
- L’Aquila
o Fontana della Rivera
- Napoli
o Chiesa di Santa Maria Incoronata
o Istituto Italiano per gli Studi Storici
o Museo di Capodimonte [Museo e Real Bosco di Capodimonte]
- New York [Stati Uniti]
o The Morgan Library & Museum
- Parigi [Francia]
o Musée du Louvre
o Fondation Custodia / Collection Frits Lugt
- Roma
o Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
- Sicilia
- Siena
o Battistero di San Giovanni Battista [Siena]
- Troia [Foggia]
o Concattedrale della Beata Vergine Maria Assunta [Duomo]
Collezione: Il Sole 24 Ore
Citazione: Enrico Castelnuovo, “Tra le conchiglie troverete le pietre,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/127.