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Titolo: II gotico amato dagli Asburgo

Descrizione: Recensione della mostra: Gotik in der Steiermark. Landesausstellung veranstaltet vom Kulturreferat der Steiermarkischen Landesregierung (St. Lambrecht [Austria], Abbazia di St. Lambrecht: 28 maggio-8 ottobre 1978). L’esposizione è dedicata all’arte nella regione austriaca della Stiria tra XIV-XV secolo: per meglio inquadrare lo sviluppo culturale del territorio, oltre alle opere Castelnuovo presenta le ragioni che hanno contribuito al consolidamento dell’economia locale – in particolare l’estrazione del ferro e il legame col casato degli Asburgo – fino allo spostamento della capitale da Graz a Vienna, che comportò la fine del periodo d’oro della Stiria.
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000).
Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.

Autore: Enrico Castelnuovo

Fonte: La Stampa, anno 112, n. 214, p. 3

Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)

Data: 1980-10-22

Gestione dei diritti: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale

Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)

Formato: application/pdf

Identificatore: Stampa_8

Testo: «La Stampa» – Anno 112, n. 214 – Venerdì 15 settembre 1978, p. 3



Una mostra nel monastero benedettino di Lambrecht in Austria

II gotico amato dagli Asburgo

Tra la fine del Trecento e il principio del Quattrocento, la Stiria vede una fioritura artistica, che le dà importanza europea - Emergono il “Maestro della Trinità di Londra” e l’autore della favolosa tavola votiva del santuario di Mariazell.



VIENNA — Attraverso una serie di grandi esposizioni l’Austria presenta sistematicamente la propria arte medievale. Tali imprese, di una qualità costantemente alta, hanno chiarito quale importante e singolare situazione l’area austriaca, cerniera tra Italia, Boemia, Germania meridionale e Ungheria, largamente aperta, in certi momenti, agli influssi provenienti dalla Francia, abbia rappresentato nel medioevo, quali eccezionali opere vi siano state prodotte, quale variegata cultura vi si sia sviluppata.
Nel 1950, l’anno dopo che una bella esposizione aveva presentato a Bolzano l’arte medievale nell’Alto Adige, una grande rassegna faceva il punto a Innsbruck sul gotico in Tirolo; più tardi una serie di mostre illustrava i caratteri dell’arte a Salisburgo (assai ricca quella del 1972 sulla pittura tardo-gotica), mentre a Krems sul Danubio ampie sintesi (1964 e 1967) analizzavano e caratterizzavano la fisionomia del romanico e del gotico nell’insieme del paese.
Quest’anno è in programma la Stiria: Gotik in der Steiermark (Gotico nella Stiria) si intitola una vasta esposizione aperta fino all’8 di ottobre nel monastero benedettino di St. Lambrecht, un imponente complesso posto in una verde valle di montagna la cui grandiosa chiesa gotica è stata oggetto negli ultimi anni di un radicale restauro; fin da quando si varca la frontiera della regione grandi cartelli annunciano la manifestazione e indicano l’itinerario per arrivarvi.
Le opere esposte, appartenenti alle tecniche più svariate (dalle pitture alle vetrate, dalle sculture alle oreficerie, alle miniature, ai lavori in ferro, alle armi) sono numerose, spesso di altissima qualità, accompagnate da una larga documentazione che illustra i pezzi intrasportabili, i monumenti più significativi (architetture, pitture murali, grandi lastre tombali). Esauriente il catalogo con contributi di differenti specialisti che esaminano aspetti tecniche e tipologie dell’arte in Stiria, ma non tralasciano di occuparsi anche dei problemi della cultura materiale.
Nel Medioevo la Stiria era un paese ricco, un centro minerario di importanza europea a causa dei grandi giacimenti di ferro dell’Erzberg, un luogo dove la lavorazione dei metalli raggiungeva esiti eccezionali come fanno fede fra l’altro le porte ricoperte in ferro battuto — esposte nella mostra — della sacrestia di Bruck a.d. Mur; d’altra parte la sua posizione geografica ne faceva un’area di passaggio privilegiata, un luogo di transiti, di incontri.
La ricchezza mineraria e l’importanza delle vie di traffico furono elementi determinanti nello sviluppo delle città, dove si moltiplicarono gli investimenti artistici un tempo monopolizzati dai castelli feudali e dalle grandi abbazie di St. Lambrecht, Admont, Rein, Seckau, Vorau. La borghesia artigiana e commerciante di Judenburg, tappa obbligata sulla via Venezia-Vienna, di Pettau (oggi Ptuj, in Jugoslavia) sulla strada che da Venezia porta all’Ungheria, di Wiener Neustadt (per lungo tempo appartenente alla Stiria), di Graz e di Leoben si affiancò cosi alla nobiltà e al clero nelle commissioni di opere d’arte: a Bruck a.d. Mur il mercante Pankratz Kornmesser si costruì un palazzo venezianeggiante, uno dei più splendidi edifici profani tardo-gotici che conti l’Austria.
Tra la fine del Tre e gli inizi del Quattrocento la Stiria è retta da un ramo della dinastia degli Asburgo, la cosiddetta linea leopoldina o stiriana, che ha un suo celebre rappresentante nel «Duca di ferro» Ernesto (Ernst der Eiserne), morto nel 1424, e che finirà per assurgere al trono di Germania (1441) e quindi al soglio imperiale con Federico III. Questo momento, anche a causa della situazione di rivalità tra le due linee asburgiche, coincide con una fioritura artistica che fa del paese un’area di importanza europea. Le residenze dinastiche di Graz e di Wiener Neustadt assumono nuova importanza; in pittura emergono dei grandi maestri ancora anonimi come il «Maestro della Trinità di Londra», uno dei protagonisti della superba esposizione dedicata nel 1962 a Vienna all’arte europea intorno al 1400, o il «Maestro della tavola votiva di St. Lambrecht» che dipinse, verso il 1430, per il popolare santuario di Mariazell, sottoposto all’abbazia di St. Lambrech, una favolosa tavola.
Artisti di primo piano si precisano del pari in scultura e ricevono commissioni importanti fuori dei confini del paese: Egidio di Wiener Neustadt lavora a Padova tra ‘20 e ‘40, ad Hans von Judenburg viene ordinato nel 1421 l’altare della parrocchiale di Bolzano (più tardi smontato e disperso in periferia, a Nova Ponente, donde alcuni pezzi — esposti in mostra — finiranno sul commercio e di qui nei Musei di Norimberga e di Monaco), un anonimo maestro, detto da un gruppo di sculture eseguito per una località stiriana e ora a Vienna il «Maestro di Grosslobming», lavora al castello di Buda per l’imperatore Sigismondo.
Ma quando Federico III divenuto imperatore lascerà Graz per stabilirsi in una nuova capitale declina lo splendore dell’arte della Stiria e la produzione si avvia ad essere provinciale, rustica, ripetitiva. Nel corso del ‘400 la pittura si apre a influenze dell’Italia Settentrionale, a ripetute ondate fiamminghe, ad altre provenienti dalla Germania meridionale che si compongono in un linguaggio sincretista dagli esiti talora elevati ma incomparabili con il grande momento «internazionale» degli inizi del secolo.
Una continuità significativa si ha, invece, nella scultura lignea, tecnica che per i paesi alpini è più di altre autoctona e popolare. Essa produce ancora impetuosi e patetici capolavori che mettono in scena personaggi dai tratti fortemente caratterizzati violentemente espressivi come la figura intenta e monumentale del «Bauernpapst», il vecchio e sdentato «papa dei contadini» della chiesa dell’Ospedale di Obdach, o le figure larghe e tozze di Lienhart Astl. Le fratture che hanno luogo in pittura quando lo svolgersi dello stile cortese è arrestato dall’irrompere delle formule realistiche italiane e fiamminghe non si avvertono con pari evidenza e intensità in questo campo dove l’assenza di soluzioni di continuità illumina le abitudini e le preferenze di un pubblico più vasto e di un importante gruppo di committenti come anche il modo in cui gli ateliers accoglievano la tradizione.
Rivelatore in questo senso il contratto per l’altar maggiore della parrocchiale di Gries che nel 1471 imponeva a Michael Pacher, uno dei massimi artisti europei della fine del Quattrocento, di attenersi al modello, vecchio ormai di cinquant’anni di Hans von Judenburg, e di rappresentare l’Incoronazione della Vergine, così come è nell’altare della parrocchiale di Nostra Signora a Bolzano: «... als in unser lieben frawen pfarrkirchen in der Tavel ze Boczen stet».
Enrico Castelnuovo

Anonimo: «Madonna con Bambino» (Graz, Landesmuseum Joanneum, St. Lambrecht in Stiria). 
NOMI CITATI

- Asburgo [linea leopoldina]
- Astl, Lienhart
- Egidio da Wiener Neustadt
- Ernesto I d’Asburgo, duca
- Federico III d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero
- Judenburg, Hans von
- Kornmesser, Pankratz
- Maestro della tavola votiva di St. Lambrecht
- Maestro della Trinità di Londra
- Maestro di Grosslobming
- Pacher, Michael
- Sigismondo di Lussemburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero


LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Admont [Austria]
o Abbazia di Admont
- Alto Adige
- Bolzano
o Cattedrale di Santa Maria Assunta [Duomo]
o Vecchia Chiesa parrocchiale di Gries
- Bruck an der Mur [Austria]
o Chiesa parrocchiale di Bruck an der Mur
- Budapest [Ungheria]
o Castello di Buda
- Erzberg [Austria]
- Graz [Austria]
o Castello di Graz
o Landesmuseum Joanneum [Universalmuseum Joanneum]
- Innsbruck [Austria]
- Judenburg [Austria]
- Krems an der Donau [Austria]
- Leoben [Austria]
- Mariazell [Austria]
o Basilica della Natività della Beata Vergine Maria
- Monaco [Germania]
- Norimberga [Germania]
- Nova Ponente [Bolzano]
o Chiesa dei Santi Udalrico e Volfango
- Obdach [Austria]
o Spitalskirche
- Padova
- Ptuj [Slovenia]
- Rein [Austria]
o Abbazia di Rein
- Salisburgo [Austria]
- Sankt Lambrecht [Austria]
o Monastero di San Lambrecht
- Seckau [Austria]
o Abbazia di Seckau
- Stiria [Austria]
- Tirolo [Austria-Italia]
- Venezia
- Vienna [Austria]
- Vorau [Austria]
o Abbazia Vorau
- Wiener Neustadt [Austria]
o Castello di Wiener Neustadt

Collezione: La Stampa

Citazione: Enrico Castelnuovo, “II gotico amato dagli Asburgo,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/21.