Scoprire Genova di Simon Boccanegra (dettagli)
Titolo: Scoprire Genova di Simon Boccanegra
Descrizione: L’articolo presenta il Museo di Sant'Agostino di Genova, riaperto nel 1983 dopo il restauro curato dallo studio Albini-Helg-Piva e il riordino operato dalla direttrice Ida Maria Botto, a cui si deve il catalogo (Museo di scultura e architettura ligure di Sant'Agostino, Genova, Museo di S. Agostino, 1985); Castelnuovo traccia una panoramica del contesto artistico genovese tra XIII e XIV secolo a partire dalle opere conservate nel museo, sottolineando come questa collezione, nuovamente fruibile, apra potenziali piste di ricerca sulla storia artistica della città.
Autore: Enrico Castelnuovo
Fonte: La Stampa, anno 118, n. 174, p. 3
Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)
Data: 1984-07-24
Gestione dei diritti:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale
Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)
Formato: application/pdf
Identificatore: Stampa_36
Testo:
«La Stampa» – Anno 118, n. 174 – Martedì 24 luglio 1984, p. 3.
Al Museo di S. Agostino tesori d’un medioevo da rivalutare
Scoprire Genova di Simon Boccanegra
GENOVA — Nella prima metà del Duecento alcune città francesi che godevano di grande prosperità economica, come Amiens o Beauvais, presero a costruire enormi cattedrali. La vastità del compito richiese molte energie e immobilizzò molto denaro, troppo forse, sì che l’ascesa continua di questi centri conobbe una battuta d’arresto da cui mai riuscirono a riprendersi.
E mentre essi ipotecavano il loro avvenire in una politica di altissimi investimenti simbolici, Genova, la più ricca città d’Europa, gestiva secondo tutt’altri criteri il proprio patrimonio, reinvestendo immediatamente ed evitando immobilizzi eccessivi in opere d’arte e monumenti.
Grazie a queste diverse scelte, il destino di questa città fu segnato per secoli. L’architettura avrebbe dunque ucciso l’economia? Questa tesi suggestiva fu avanzata da Roberto S. Lopez in un celebre articolo delle Annales che molti anni fa mise il campo a rumore.
Lasciando in sospeso la domanda del Lopez, potremmo fermarci su un aspetto particolare del suo discorso. Genova nel Medioevo ha avuto veramente una politica artistica così misurata e risparmiatrice? Un’occasione per rifletterci viene dalla recente apertura del Museo di Sant’Agostino, dove le civiche raccolte genovesi di architettura e di scultura sono presentate e ben riordinate da Ida Maria Botto.
Il complesso di Sant’Agostino era uno dei più straordinari insiemi medievali della città ligure, situato in un antico e splendido quartiere devastato dai bombardamenti e tremendamente degradato. Il museo, che si è appena aperto in quello che fu il chiostro quadrato completamente rifatto dopo i disastri della guerra su un progetto dello studio Albini-Helg, potrà espandersi entro un anno, quando verrà ultimato il restauro del bel chiostro triangolare, dalla rarissima tipologia, ancora incerto invece è il destino della imponente chiesa gotica ben conservata nelle sue alte strutture, che sarà probabilmente utilizzata come auditorio.
Se malgrado le trasformazioni e le mutilazioni subite questo complesso conventuale sussiste ancora, altri sono andati completamente distrutti tra Sette e Ottocento, così la bella chiesa di San Francesco al Castelletto, dove era la tomba di Margherita di Brabante scolpita da Giovanni Pisano, quella del doge Simon Boccanegra e che nelle sue diciotto cappelle ospitava tante sculture e pitture, così la chiesa dei Domenicani, così il monastero benedettino di San Tommaso distrutto per l’ampliamento della ferrovia e molte chiese ancora, mentre altre vennero talmente trasformate tra Sei e Settecento si da perdere affatto il loro aspetto medievale.
Molto dunque è andato distrutto, ciò che ancora resta – e sono monumenti di grande importanza – è qualche volta dimenticato. Se Santa Maria di Castello con i suoi chiostri e il suo prezioso museo è tenuta in modo esemplare chi per contro passi davanti al portale settentrionale della cattedrale di San Lorenzo difficilmente si renderà conto di essere di fronte a un gran monumento romanico, tale è lo stato di abbandono in cui versa: al di là di una cancellata rugginosa e dei vecchi cartoni sparsi a terra si intravedono i rilievi ispessiti e ottenebrati da una patina secolare.
Le distruzioni, le trasformazioni, l’oblio, più che la scarsezza di investimenti hanno creato questa immagine sfocata del Medioevo artistico genovese che le opere riunite in Sant’Agostino aiutano a sfatare. Sono qui testimonianze dei vari gruppi di scultori che hanno nel tempo operato a Genova, dalle maestranze bizantineggianti molto raffinate attive al chiostro di San Tommaso intorno al 1000, ai maestri campionesi – quelli stessi che lavorarono alla cattedrale di Modena – operosi in San Siro, ai «Magistri Antelami» che sulla fine del XII secolo scolpiscono capitelli in San Tommaso.
Alla fine del Duecento e agli Inizi del Trecento, dopo aver battuto irrimediabilmente i pisani alla Meloria, Genova copre di candidi marmi le sue porte e le sue chiese, è il momento in cui Giovanni Pisano scolpisce la tomba dell’Imperatrice Margherita, un vertice della scultura europea del primo Trecento e in cui si moltiplica la costruzione di tombe e di arredi marmorei da parte di scultori genericamente chiamati pisani, ma che mostrano una cultura variegata e complessa e in cui affluiscono le opere nordiche come l’agghiacciante Crocifisso dei Caravana. Perché Genova fin dal XII secolo aveva assunto il ruolo di un crogiolo culturale dove confluivano e si fondevano tendenze differenti, era divenuta un luogo d’incontro tra l’Oriente bizantino e l’Occidente gotico, come lo sarà più tardi tra Toscana e Provenza, tra Lombardia e Fiandre.
In questo gran porto, dove si incrociavano francesi e greci, teutonici e catalani, toscani, piemontesi ed emiliani, dove arrivavano e da cui partivano tante opere d’arte, si crea precocemente un gusto particolare che predilige oggetti e tecniche lussuose. Il sigillo tombale di Simonetta e Percivalle Lercari (già in San Giovanni di Pré, 1259) è un frammento casualmente superstite di questo gusto esigente e ricchissimo le cui testimonianze sono scomparse totalmente, un capolavoro di microtecnica suntuaria, una sorta di pagina marmorea, miniata e suntuosamente decorata con argento e cristallo di rocca.
Così il pallio prezioso che l’imperatore d’Oriente Michele Paleologo donerà alla cattedrale pochi anni dopo e che lo mostra sotto la protezione di San Lorenzo, patrono di Genova, non sarà un unicum, ma si comporrà perfettamente nel fastoso mondo artistico genovese che continuerà a mostrare una predilezione per le opere riccamente ornate come appare nel crocifisso di Barnaba da Modena che viene da Santa Maria della Vigna, dove il legno della croce è coperto da un meraviglioso tessuto dipinto con motivi rari e ricercati entro medaglioni, secondo uno schema che alla fine del Trecento sarebbe impossibile immaginare fuori Genova.
Per ricostruire la storia artistica, ancora tanto oscura, di questa città nei secoli che la videro capitale del Mediterraneo le raccolte di Sant’Agostino propongono più di uno stimolo e di un suggerimento.
Enrico Castelnuovo
Genova. Resti del monumento funebre a Simon Boccanegra (Musco di S. Agostino, part.)
NOMI CITATI
- Albini, Franco
- Annales d'histoire économique et sociale
- Antelami Magistri
- Barnaba da Modena
- Boccanegra, Simone
- Botto, Ida Maria
- Campionesi, Maestri
- Compagnia dei Caravana
- Giovanni Pisano
- Helg, Franca
- Lercari, Percivalle
- Lercari, Simonetta
- Lopez, Roberto Sabatino
- Margherita di Brabante
- Michele VIII Paleologo, imperatore dell’Impero Romano d'Oriente
LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Amiens [Francia]
- Beauvais [Francia]
- Fiandre [Belgio]
- Genova
o Basilica di San Siro
o Basilica di Santa Maria della Vigne
o Cattedrale di San Lorenzo
o Chiesa di San Domenico
o Chiesa di San Francesco di Castelletto
o Chiesa di Santa Maria di Castello
o Chiesa e monastero di San Tommaso
o Commenda di San Giovanni di Pré
o Museo di Sant'Agostino
- Lombardia
- Modena
o Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Geminiano
- Provenza [Francia]
- Toscana
Collezione: La Stampa
Etichette: Arte XII secolo, Arte XIII secolo, Liguria, Musei mercato collezionismo
Citazione: Enrico Castelnuovo, “Scoprire Genova di Simon Boccanegra,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/50.