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Titolo: Nessun decalogo per l'estate

Descrizione: Enrico Castelnuovo critica l’approccio selettivo verso il patrimonio culturale: anziché suggerire luoghi da visitare o manifestazioni imperdibili per le vacanze estive, espone una serie di questioni già affrontate in Non disturbiamo i bisonti di Altamira. L’articolo denuncia che la cronaca dà spesso spazio a scandali di poco conto, riguardanti le opere più celebri, dimenticando che fattori di rischio come l’umidità del fiato dei visitatori o l’inquinamento atmosferico delle città attaccano giorno dopo giorno i monumenti. L’appello va alle pubbliche amministrazioni di ogni livello, ma anche agli sponsor privati, chiamati a investire maggiori risorse nella pluralità dei musei e nella manutenzione ordinaria, che deve essere capillarmente diffusa e non risolversi in pochi restauri sensazionali. Auspica quindi un passaggio dall’approccio selettivo rivolto al capolavoro a un’attenzione diffusa al patrimonio nel suo complesso, così da ridurre il fenomeno del turismo di massa e favorire una tutela e valorizzazione diffusa.

Autore: Enrico Castelnuovo

Fonte: Tuttolibri, anno 13, n. 568, p. 1 (supplemento a La Stampa)

Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)

Data: 1987-08-08

Gestione dei diritti: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale

Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)

Formato: application/pdf

Identificatore: Stampa_55

Testo: Tuttolibri – Anno 13, n. 568, p. 1
(supplemento a «La Stampa» dell’8 agosto 1987)



Parliamone

Nessun decalogo per l'estate



Agosto. Mese di intense e diffuse migrazioni, di code sulle strade, di celebri mete turistiche intasate. Mese di bilanci, di soddisfazioni, di lamenti. Ci si rallegra del crescente flusso turistico, del positivo saldo valutario, ci si lamenta di chi dorme in sacco a pelo o gira a torso nudo, incivile spettacolo per il nostro civilissimo Paese, delle folle che con la stessa loro presenza, la loro sbracata scompostezza e il loro stolto e umido fiato minacciano l'integrità e la vita dei monumenti.
Si trema per il destino di fragilissimi, unici, insostituibili oggetti. O meglio: si trema per la sorte di alcuni di essi, degli altri niente si sa, niente si vuol sapere. Mesi fa la notizia di un ipotetico danno che una turba di giovani visitatori avrebbe causato alla tomba di Ilaria del Carretto ha scosso l'Italia. Era un falso allarme amplificato e capillarmente diffuso dagli organi di stampa.
Ogni giorno per contro pezzi del nostro patrimonio vanno in polvere, si sgretolano, si offuscano, si dileguano senza suscitare allarmi o preoccupazioni. Viviamo in un clima assai selettivo, fatto dei dieci libri da leggere, delle dieci mostre da vedere, delle dieci occasioni che non si possono perdere, dei dieci luoghi dove è opportuno apparire, dei dieci concerti da ascoltare e così via fino ai dieci restauri da celebrare: dalla cappella Sistina alla cappella Brancacci passando per il Tondo Doni e la Primavera. Intanto cento, mille, diecimila monumenti subiscono in solenne quiete e perfetto silenzio le ingiurie del tempo, l'incuria degli uomini.
Per dieci, cento vetrine illuminate esistono mille, diecimila buchi neri. Per ogni mostra fitta di luci, di visitatori, di apparati scenici, dieci, venti, cinquanta musei sopravvivono in letargo con avarissimi orari, sale chiuse, abbondante polvere, scarsa illuminazione, rari custodi, dispositivi di controllo e di sicurezza insufficienti se non totalmente assenti. La munificenza dei nuovi mecenati, gli stanziamenti straordinari si riversano in operazioni di prestigio indiscusso, sicuro ed immediato. Tutt'intorno manca addirittura il denaro per la corrente manutenzione.
Eleviamo allora una preghiera estiva. Che il Signore illumini le menti: 1) di tanti sindaci, inducendoli a comprendere che il civico decoro soffre più per i danni causati dalla polluzione incontrollata, dagli scarichi abusivi, dai fumi delle auto, dalle onde dei motoscafi, dai turbini degli elicotteri degli illustri ospiti che dai modi di vestire, mangiare e dormire dei giovani turisti; 2) di tanti generosi sponsors, perché distribuiscano le loro elargizioni in modo più capillare e differenziato; 3) di tanti assessori alla cultura (di Comuni, Province e Regioni) perché abbiano maggiormente a cuore la sorte dei musei e dei monumenti loro affidati che l'esito di manifestazioni effimere; 4) del ministro dei Beni Culturali, perché sappia rivendicare con disperata fermezza una quota del pubblico denaro non lontana da quella che altri Paesi industrializzati destinano alla cultura e non passi il tempo a recriminare di non avere il dicastero dei Lavori Pubblici; 5) dei giornalisti infine, perché cessino di alimentare l'aberrante psicosi selettiva e spettacolare del capolavoro che vuole tutti presenti negli stessi luoghi e negli stessi tempi.
Che il Signore ci ascolti; buona estate.
Enrico Castelnuovo 
NOMI CITATI
- Ministero dei Beni culturali e ambientali [Ministero della Cultura]

LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Città del Vaticano
o Cappella Sistina
- Firenze
o Chiesa di Santa Maria del Carmine
▪ Cappella Brancacci
- Lucca
o Cattedrale di San Martino
▪ Tomba di Ilaria del Carretto

Collezione: La Stampa

Citazione: Enrico Castelnuovo, “Nessun decalogo per l'estate,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/69.