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Abitare la frontiera
Recensione dell'opera: Fritz Saxl, La fede negli astri. Dall'antichità al Rinascimento, a c. di Salvatore Settis, Torino, Boringhieri, 1985; nelle stesse pagine il volume è anche recensito da Eugenio Garin (La barba della Medusa). Accompagna gli articoli un profilo di Saxl (1890-1948), curato da Castelnuovo, che presenta l’ampiezza e l’eccentricità delle sue ricerche a partire dallo stretto legame con Aby Warburg e la sua Biblioteca.
La raccolta qui presentata – allestita da Salvatore Settis, a cui di deve il saggio introduttivo – raccoglie quindici scritti di Saxl, redatti dagli anni Dieci sino alla morte: seppur derivino da differenti occasioni, si incontrano testi di conferenze, saggi e articoli, tutti i contributi ragionano sul tema dell’astrologia, dell’evoluzione e della trasmissione delle immagini astrali tra Oriente e Occidente, Dall'antichità al Rinascimento come indica il sottotitolo. Ne emerge il ritratto di un intellettuale di frontiera, interessato a oltrepassare i confini della storia dell’arte a favore di una più ampia storia della cultura. Ben sottolinea il suo approccio diverso alla disciplina il paragone con Roberto Longhi, “un ‘vero’ storico dell’arte”, nato lo stesso anno di Saxl ma tradizionalmente orientato all’attribuzionismo e alla ricostruzione di personalità artistiche.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Beati i poco intelligenti
Recensione dell’opera: Cesare Garboli, Falbalas. Immagini del Novecento, Milano, Garzanti (Saggi blu), 1990; il contributo segue la recensione di Geno Pampaloni: Scrittore prestato alla critica. Falbalas, il cui titolo è tratto dal film di Jacques Becker del 1945, raccoglie saggi su letterati del Novecento italiano, quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Sandro Penna, Giovanni Delfini e Roberto Longhi (quest’ultimo contributo riprende Via il genio, via la poesia – del 1969, sulla mostra di Rembrandt al Rijksmuseum di Amsterdam – ampliandolo con una selezione di inediti longhiani). A partire dalla lettura che Garboli offre della pittura, Castelnuovo torna sul rapporto dell’autore con Longhi, presentato come “mago” della critica d’arte (già ne aveva parlato recensendo la Breve ma veridica storia della pittura italiana: La giovinezza del Corsaro Nero).
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 144-146). -
Colmare qualche lacuna
Profilo di Rudolph Wittkower (1901-1971) in occasione dell’edizione italiana delle sue lezioni sulla scultura, tenute a Cambridge nel 1970-1971: La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall'antichità al Novecento, Torino, Einaudi, 1985 (traduzione di Renato Pedio; I ed. Sculpture. Processes and principles, Londra, A. Lane, 1977). Il contributo accompagna la recensione dell'opera di Massimo Ferretti: Seguendo gli scultori.
Una copia dell’opera (I edizione; edizione italiana) è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Guide incerte
Recensione delle opere: Oretta Bongarzoni, Guida alle case celebri, Bologna, Zanichelli, 1985; Mauro Piccoli, Guida ai musei insoliti, Bologna, Zanichelli, 1985. Pur riconoscendo alcuni spunti originali, Castelnuovo evidenzia i limiti della selezione operata dalle due guide, a partire dagli stessi titoli, lamentando non solo l’assenza di un’impostazione rigorosa, ma l’inclusione di luoghi di dubbia autenticità a discapito di altri che ritiene di maggior rilievo storico-artistico. -
Iconografia rivoluzionaria
Recensione dell’opera: Christian-Marc Bosséno, Christophe Dhoyen, Michel Vovelle, Immagini della libertà. L'Italia in rivoluzione 1789-1799, Roma, Editori riuniti, 1988 (traduzione di Roberto Della Seta). L’articolo è parte della sezione Un anno di Rivoluzione francese, edita a cura di Bruno Bongiovanni e Marco Revelli in occasione del bicentenario. Sul tema dell’iconoclastia, il ruolo e la diffusione delle immagini Castelnuovo richiama The Power of Images. Studies in the History and Theory of Response di David Freedberg (University of Chicago Press, 1989).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Il cantiere medioevale
Recensione dell'opera: Roland Bechmann, Le radici delle cattedrali. L'architettura gotica espressione delle condizioni dell'ambiente, Casale Monferrato, Marietti, 1984 (I ed. Les racines des cathédrales. L'architecture gothique, expression des conditions du milieu, Parigi, Payot, 1981). Sottolineando come gli studi di storia dell’architettura in Italia non abbiano, per tradizione, indagato le questioni pratiche del costruire, quali le tecniche, l’organizzazione del cantiere e i materiali, Castelnuovo si focalizza su questi aspetti del libro, qui indagati con particolare attenzione al contesto di produzione (ovvero l’ambiente, come suggerisce il sottotitolo) in cui si é fiorita l’architettura gotica.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Immagini di gloria
Recensione del primo volume di Medaglie italiane del Rinascimento nel Museo nazionale del Bargello, a c. di John Graham Pollard: 1400-1530, Firenze, Associazione amici del Bargello-SPES, 1984. Nel presentare l’opera, Castelnuovo si sofferma sull’interesse, divenuto vera e propria moda, per le medaglie nella cultura del Quattrocento, introducendo i significati eruditi e simbolici del fenomeno, il loro posizionamento nel sistema delle arti del Rinascimento e alcuni tra gli artisti, gli umanisti e i committenti più coinvolti.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
L'ottica di Päct
Profilo di Otto Pächt (1902-1988) in occasione della pubblicazione della raccolta di saggi La miniatura medievale. Una introduzione, Torino, Bollati Boringhieri (Nuova cultura, 4), 1987 (traduzione di Flavio Cuniberto e Christa Pardatscher; I ed. Buchmalerei des Mittelalters. Eine Einfuhrung, Monaco, Prestel, 1984); il contributo accompagna la recensione dell’opera di Giovanni Previtali: La storia in miniatura.
In Pächt Castelnuovo non riconosce solamente uno specialista della miniatura, tema di questa raccolta, ma un punto di riferimento tra gli storici dell’arte del secondo Novecento. Forte della sua posizione di consulente editoriale, già alla fine degli anni Sessanta aveva suggerito a Einaudi di tradurre una prima raccolta di saggi di Pächt (del progetto rimane traccia nel fondo della casa editrice, presso l’Archivio di Stato di Torino; solo nel 2011 Einaudi pubblicherà La scoperta della natura. I primi studi italiani, a c. di Fabrizio Crivello con prefazione di Castelnuovo).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La città celeste, un grande cantiere
Recensione dell'opera: Otto von Simson, La cattedrale gotica. Il concetto medievale di ordine, prefazione di Chiara Frugoni, Bologna, Il Mulino, 1988 (traduzione di Maria Augusta Coppola; I ed. The Gothic Cathedral. Origins of Gothic Architecture and the Medieval Concept of Order, New York, Pantheon books, 1956). In occasione della riedizione di questo classico, “l’ultimo tentativo di lettura unitaria della cultura filosofica e architettonica di un periodo”, Castelnuovo offre una rassegna degli studi sull’architettura gotica del secondo dopoguerra per sottolineare come l’interpretazione qui offerta ponga in primo piano il ruolo del “committente-demiurgo” – Sugerio di Saint-Denis e il vescovo Henri le Sanglier di Sens – a discapito di una più ampia ricostruzione dell’organizzazione del cantiere delle cattedrali e del contesto socio-culturale in cui operava l'architetto. Nella stessa pagina, Castelnuovo recensisce inoltre Architetture Barocche / Baroque Architecture in Piemonte.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La giovinezza del Corsaro Nero
Profilo di Roberto Longhi, scritto in occasione della riedizione della Breve ma veridica storia della pittura italiana, con introduzione di Cesare Garboli, Firenze, Sansoni (Universale Sansoni), 1988 (I ed. Sansoni, 1980).
Castelnuovo ripercorre gli esordi del proprio maestro (1890-1970), focalizzandosi sugli anni dell’insegnamento presso i licei romani “Torquato Tasso” e “Ennio Quirino Visconti”, quando aveva redatto questa dispensa (1914). La sintesi che offre, dal Tardoantico all’arte francese del primo Novecento, è un testo programmatico: senza biografie o introduzioni al contesto storico, tratta la pittura come un sistema autonomo secondo una tradizione che guarda a Wölfflin, Riegl, Hildebrand, Berenson e Croce, ma con una convinzione idealistica profondamente ancorata alla fisicità dell’opera d’arte. Ne esce un ritratto del giovane Longhi come “Corsaro Nero” della critica d’arte, già consapevole della propria visione della disciplina, radicale e destinato a divenire una delle figure centrali della cultura italiana del secondo Novecento.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla
Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.