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Titolo: Esploratore di insoliti sentieri

Descrizione: Necrologio di Géza de Francovich (Gorizia, 28 agosto 1902-Roma, 24 novembre 1996).

Autore: Enrico Castelnuovo

Fonte: Il Sole 24 Ore, anno 133, n. 18, p. 31

Editore: Il Sole 24 Ore; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2024)

Data: 1997-01-19

Gestione dei diritti: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale

Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «Il Sole 24 Ore» (Archivio storico dell'Università di Torino)

Formato: application/pdf

Identificatore: Sole_37

Testo: «Il Sole 24 Ore» – Domenica 19 gennaio 1997, n. 18, p. 31



GEZA DE FRANCOVICH

Esploratore di insoliti sentieri

Ricordo dello studioso scomparso che cercò in Oriente le radici dell’arte medievale



di Enrico Castelnuovo
La storia dell’arte medievale europea ha perso uno dei suoi grandi cultori. È mancato a Roma nel novembre scorso Geza de Francovich che, allievo di Pietro Toesca, ne fu per molti anni assistente e, dal 1956, insegnò dalla cattedra che era stata del suo maestro. Era nato a Gorizia nel 1902 e durante la sua lunga vita esplorò, con ampiezza di orizzonti, intelligenza e curiosità assai vive, diversi aspetti e regioni della storia dell’arte. I suoi interessi furono assai vasti spaziando dal Quattrocento toscano (in una delle sue “lettere pittoriche” Roberto Longhi, rivolgendosi al giovanissimo – si era nel 1926 – de Francovich che aveva appena pubblicato un articolo «molto bene armato» su Benedetto Ghirlandaio, attribuendogli opere che Longhi pensava di restituire ad altro maestro, paragonava se stesso e il suo interlocutore a «due esploratori che da opposte strade sian giunti sul medesimo promontorio sconosciuto in giorni diversi e gli abbiano imposto ciascuno un nome diverso») ai rilievi trecenteschi del Duomo d’Orvieto, all’origine e alla diffusione del crocifisso gotico doloroso, alla grande scultura lignea romanica, di cui fu uno dei primi esploratori, all’arte carolingia e ottoniana, in Lombardia, alla corrente comasca e a Wiligelmo visti entro l’orizzonte europeo, fino al suo opus magnum, la grande monografia in due volumi su Benedetto Antelami che, patrocinata da Bernard Berenson, apparve nel 1952 per i tipi dell’Electa. Dell’arte medievale ricercò le molte e lontane radici, spaziando da Bisanzio alla Siria, alla Persia, occupandosi dei prodotti delle più diverse tecniche, dai tessuti alle oreficerie, atti a veicolare formule e schemi e risalendo nel tempo dedicò il suo ultimo libro, uscito nel 1990 presso L’Erma di Bretschneider, ai Santuari e tombe rupestri dell’antica Frigia. La data di quest’opera, uscita quando il suo autore era prossimo ai novant’anni, testimonia di un’irriducibile attività che bene può essere restituita dalla sua bibliografia pubblicata in calce a Persia, Siria e Bisanzio nel Medioevo artistico europeo (Liguori, Napoli 1984). Nato in una regione di frontiera dell’antico impero absburgico, gran viaggiatore, di mente, ragione e cultura europee, di vaste conoscenze, di diramati interessi, Geza de Francovich alternava alla grande generosità, una sincerità veemente e ruvida che fece di questo grande studioso un personaggio atipico in un mondo accademico non di rado paludato e ipocrita. 
NOMI CITATI

- Antelami, Benedetto
- Berenson, Bernard
- De Francovich, Géza
- Electa
- Erma di Bretschneider [L’]
- Ghirlandaio, Benedetto
- Liguori
- Longhi, Roberto
- Toesca, Pietro
- Wiligelmo


LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Gorizia
- Lombardia
- Orvieto [Terni]
○ Cattedrale di Santa Maria Assunta [Duomo]
- Roma

Collezione: Il Sole 24 Ore

Citazione: Enrico Castelnuovo, “Esploratore di insoliti sentieri,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/136.