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Titolo: Quei disegni di Raffaello che Dürer ammirava

Descrizione: Recensione dell'opera: Raffaello. Disegni scelti e annotati da Anna Forlani Tempesti, Firenze, La Nuova Italia, 1983; richiamando le principali mostre inaugurate per l'anniversario della nascita di Raffaello (1483-1520), Castelnuovo ritorna sul maestro e sui suoi disegni, su cui aveva già scritto su «La Stampa» ad aprile e a novembre.
Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.

Autore: Enrico Castelnuovo

Fonte: Tuttolibri, anno 9, n. 385, p. 6 (supplemento a La Stampa)

Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)

Data: 1983-12-10

Gestione dei diritti: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale

Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)

Formato: application/pdf

Identificatore: Stampa_28

Testo: Tuttolibri – Anno 9, n. 385, p. 6
(supplemento a «La Stampa» del 10 dicembre 1983)




Un saggio e 61 fogli in facsimile

Quei disegni di Raffaello che Dürer ammirava




Raffaello fu uno splendido disegnatore. «Basterebbero i disegni – scrive nel Settecento Pierre-Jean Mariette, uno del più straordinari conoscitori di grafica mai esistiti – per mostrare qual era la sublimità del suo genio, gli altri gettano sul foglio i loro primi pensieri e si avverte che stanno cercando, Raffaello al contrarlo quando dà forma ai suoi pensieri e proprio quando sembra trasportato dalla veemenza della sua immaginazione, produce di primo getto opere talmente sicure che non c'è quasi niente da aggiungere per dar loro l'ultima mano».
Queste qualità i contemporanei le avvertirono immediatamente. Nel 1515 Albrecht Dürer annota con reverenza su uno studio di nudi virili che il foglio gli era stato spedito a Norimberga da Raffaello in persona per mostrargli la sua mano; nel 1557 il veneziano Ludovico Dolce scrive di lui che «fu tanto ricco d'invenzione che faceva sempre a quattro e sei modi differenti l'uno dall'altro una istoria, e tutti avevano gratia e stavano bene».
Anche se molto è andato perduto ci resta pur sempre un corpus molto importante di circa cinquecento disegni studiati e repertoriati nel classico catalogo di Oskar Fischel che a Raffaello dedicò l’intera esistenza (otto volumi pubblicati tra 1913 e 1941, il nono pubblicato nel 1972 da Konrad Oberhuber) e la imponenza stessa della cifra mostra bene come questi disegni fossero apprezzati, conservati, tramandati, raccolti.
In quest'anno raffaellesco i disegni sono all'onore. In Inghilterra ne è stato pubblicato un catalogo completo più maneggevole del monumentale Fischel-Oberhuber (P. Joannides, The Drawings of Raphael, Phaidon Press), in tutt'Europa sono state fatte eccellenti mostre, a Londra (vedi «La Stampa» dell'11 novembre), Parigi, Vienna e ora appare nella collana della Nuova Italia dedicata alla grafica un bel volume curato con mano sicura da Anna Forlani-Tempesti già direttrice del Gabinetto dei disegni degli Uffizi e non nuova agli studi raffaelleschi.
Sono sessantuno fogli riprodotti quasi tutti in facsimile, il che permette un diretto apprezzamento delle varie tecniche grafiche messe in opera, matite, punte di metallo, penna, acquerello ecc., alcuni riprodotti anche recto-verso, accompagnati da una intelligente introduzione e da un corredo documentario impeccabile.
La scelta, condotta con equilibrio sui vari momenti dell'attività di Raffaello, dai tempi della bottega del Perugino fino agli ultimi lavori romani, privilegia i fogli più celebri, di Oxford, Firenze, Londra, Vienna, Lille, Windsor, Parigi, Chatsworth, ma non dimentica opere meno note, attribuzioni recenti come il foglio (Firenze) con studio di donna addormentata e progetti architettonici che era attribuito al Parmigianino. Un'autentica sorpresa è il pur celebre «Morbetto», modello per l’incisione di Marcantonio che illustra la peste frigia descritta in un passo dell'Eneide.
La riproduzione rende finalmente giustizia alla gran qualità di quest'opera stregonesca percorsa da sprazzi di luce e fitta di rivelazioni inquietanti. Un foglio che lascia attoniti sul come Raffaello sapesse esprimere in disegno (un disegno, si badi bene, destinato alla trasposizione in stampa) quella «varietà e stravaganza delle prospettive, de' casamenti, de' paesi», quei fuochi, quelle «arie torbide e serene» quelle notti, quei «lumi di luna, splendori di sole» che, secondo Giorgio Vasari, «seco portano ognora i bisogni dell'arte della pittura».
Enrico Castelnuovo
Raffaello. Disegni. Scelti e annotati da Anna Forlani-Tempesti, La Nuova Italia, lire 150.000

Raffaello: «Ritratto di giovane donna»

NOMI CITATI

- Dolce, Lodovico [Ludovico]
- Dürer, Albrecht
- Fischel, Oskar
- Forlani Tempesti, Anna
- Parmigianino [Francesco Maria Mazzola]
- Joannides, Paul
- Mariette, Pierre-Jean
- Nuova Italia [La]
- Oberhuber, Konrad
- Perugino
- Phaidon Press
- Raffaello
- Raimondi, Marcantonio
- Vasari, Giorgio

LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Chatsworth [Regno Unito]
o Chatsworth House Trust
- Firenze
o Galleria degli Uffizi [Gallerie degli Uffizi]
 Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
- Lille [Francia]
o Palais des Beaux-Arts
- Londra [Regno Unito]
o British Museum
o National Gallery
- Norimberga [Germania]
- Oxford [Regno Unito]
o Ashmolean Museum
- Parigi [Francia]
o Musée du Louvre
 Cabinet des Dessins du Louvre [Département des Arts graphiques]
o Grand Palais
- Vienna [Austria]
o Albertina
- Windsor [Regno Unito]
o Royal Library

Collezione: La Stampa

Citazione: Enrico Castelnuovo, “Quei disegni di Raffaello che Dürer ammirava,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/41.