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Fasto gotico alla corte dei re folli
Recensione della mostra: L’art au temps des rois maudits Philippe le Bel et ses fils, 1285-1328 (Parigi, Galeries nationales du Grand Palais, 17 marzo-29 giugno 1998), catalogo Reunion des Musees Nationaux. Castelnuovo presenta uno spaccato del contesto culturale della corte di Francia al tempo di Filippo il Bello e dei suoi discendenti sino a Carlo IV, introducendo il gusto e la produzione artistica tra la fine del XIII secolo e la prima metà del XIV secolo. A partire dalle opere commentate, grazie alla ricchezza del campionario di tecniche artistiche incluse nella rassegna e ai prestiti internazionali, il contributo rievoca il fervore di quella stagione, definita una “prima internazionale gotica”.
Nell’uscita successiva della Domenica, Castelnuovo rettifica il titolo scelto dalla redazione de «Il Sole 24 Ore» per il proprio articolo, Fasto gotico alla corte dei re folli, puntualizzando ironicamente che Quei re di Francia erano maledetti, ma non folli.
Una copia del catalogo presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo "Arturo Graf" -
Giotto e i pittori tedeschi, un meeting tra le Dolomiti
Recensione della mostra: Tr3cento. Pittori gotici a Bolzano (Bolzano, Civica Galleria, 29 aprile 2000-23 luglio 2000), a c. di Andrea De Marchi, Tiziana Franco, Silvia Spada Pintarelli, catalogo Temi editore. L'esposizione è frutto di un progetto di censimento e studio della pittura murale gotica nelle chiese di Bolzano e dintorni: gli esiti sono confluiti nell’Atlante e presentati in un convegno di studi (Bolzano, 19 ottobre 2002). A partire dal ragionamento di Roberto Longhi sull’interazione tra differenti culture figurative in Alto Adige, espresso in Arte italiana e Arte tedesca, Castelnuovo presenta il caso di Bolzano nel Trecento come punto di incontro e scambio tra le tendenze artistiche di area tedesca e italiana, dalla cui unione fiorisce un “particolarissimo paesaggio artistico”.
Nell’articolo sono menzionate altre esposizioni in corso:- 1500 circa. Landesausstellung 2000 (Besenello, Castel Beseno; Bressanone, Palazzo vescovile; Lienz, Schloss Bruck, 13 maggio-31 ottobre 2000), catalogo Skira editore (recensita su «Il Sole 24 Ore»).
- Bilderburg – Il maniero illustrato (Bolzano, Castel Roncolo, 19 aprile 2000-31 ottobre 2000) e la pubblicazione che l’accompagna: Castel Roncolo. Il maniero illustrato, Bolzano, Athesia, 2000 (edita in italiano e in tedesco).
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Gli sbalzi di lucchesia
Recensione dell’opera: Oreficeria sacra a Lucca dal XIII al XV secolo, a c. di Clara Baracchini, Firenze, SPES, 1993, 2 voll.; trattasi del catalogo della mostra, tenutasi al Museo nazionale di Palazzo Mansi a Lucca, 19 gennaio-30 settembre 1990. A partire dalla campagna di schedatura delle opere, l’articolo si focalizza sulla ricostruzione del contesto culturale lucchese in cui sono state prodotte: i reciproci scambi tra differenti tecniche artistiche, la circolazione di modelli figurativi tra le città della Toscana, le committenze. Castelnuovo riconosce come fondamentali punti d’avvio degli studi sull’arte lucchese la Mostra d’Arte Sacra. Dal VI al XIX secolo (Lucca, Palazzo Ducale: giugno - settembre 1957) e le ricerche di Carlo Ludovico Ragghianti (Arte a Lucca. Spicilegio, «La Critica d’Arte», VII, 37, 1960, pp. 57-84; riedito in Studi lucchesi, a c. di Gigetta Dalli Regoli, s.l., Rugani edizioni d'arte, 1990).
Al patrimonio culturale lucchese Castelnuovo aveva già dedicato un articolo, incentrato sulla produzione tessile: A Lucca, capitale della seta, «La Stampa», 6 luglio 1989, p. 3 (recensione della mostra: La seta. Tesori di un’antica arte lucchese. Produzione tessile a Lucca dal XIII al XVII secolo (Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi: 16 giugno-30 settembre 1989), a c. di Donata Devoti, catalogo edito da Maria Pacini Fazzi).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Hüttinger «modu par la peinture»
Necrologio di Eduard Hüttinger (Winterthur [Svizzera], 6 gennaio 1926-Zurigo [Svizzera], 14 agosto 1998). Sin dal titolo, Castelnuovo presenta Hüttinger come “mordue par la peinture”, introducendo i suoi studi sulla pittura veneziana e olandese, la sua collezione d’arte e il suo rapporto profondo con l’Italia. In particolare, commenta l’insegnamento in Svizzera e Germania, l’impegno di divulgatore sulla «Neue Zürcher Zeitung» e alcune pubblicazioni:- Case d'artista. Dal Rinascimento a oggi (Bollati Boringhieri, 1992), già presentato su «La Stampa» nel 1992;
- Portrats und Profile. Zur Geschichte der Kunstgeschichte (Erker Verlag, 1992)
- due articoli pubblicati su «Paragone», Immagini e interpretazioni della Venezia dell’Ottocento (XXIII, 271, settembre 1972) e Pluralismo di stili nell’opera di Roberto Longhi (XXVII, 311, gennaio 1976).
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I maestri della luce fredda
Castelnuovo introduce il tema del collezionismo dell’arte olandese e fiamminga in Italia tra XV e XVI secolo, in occasione dell’uscita del primo volume del Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections, dedicato alla Liguria (a c. di Maria Fontana Amoretti e Michiel Plomp, edito dal Centro Di, 1998; segue la pubblicazione dei volumi sulla Lombardia (2001) e sul Piemonte e Valle d’Aosta (2011). L’articolo si focalizza sulla nascita del gusto per la pittura del nord a partire da alcuni dei protagonisti di questa stagione e sul ruolo giocato da Genova, presentata come la porta degli scambi artistici e culturali tra Olanda e Italia.
Nell’articolo sono richiamate alcune recenti mostre e pubblicazioni sul tema:
- Fiamminghi a Roma, 1508-1608. Artisti dei Paesi Bassi e del Principato di Liegi a Roma durante il Rinascimento (Bruxelles, Palais des Beaux-Arts, 24 febbraio-21 maggio 1995; Roma, Palazzo delle Esposizioni, 16 giugno-10 settembre 1995), catalogo Skira;
- Van Dyck a Genova. Grande pittura e collezionismo (Genova, Palazzo Ducale, 22 marzo-13 luglio 1997), a c. di Susan J. Barnes, Piero Boccardo, Clario di Fabio e Laura Tagliaferro, catalogo Electa;
- Jan van Eyck: opere a confronto (Torino, Galleria Sabauda, 2 ottobre-14 dicembre 1997), catalogo Umberto Allemandi; Recognizing Van Eyck (Londra, National Gallery, 14 gennaio-15 marzo 1998; Philadelphia, Philadelphia Museum of art, 1° aprile-14 giugno 1998), catalogo edito dal museo: Jan van Eyck: Two Paintings of Saint Francis Receiving the Stigmata;
- La pittura fiamminga nel Veneto e nell'Emilia, a c. di Caterina Limentani Virdis, Verona, Banca popolare di Verona, Banco S. Geminiano e S. Prospero, 1997;
- Pittura fiamminga in Liguria. Secoli XIV-XVII, a c. di Piero Boccardo e Clario Di Fabio, Genova, Banca Carige, Fondazione Cassa di risparmio di Genova e Imperia, 1997.
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Il ‘900 narrato da Gombrich
Castelnuovo offre un profilo intellettuale di Ernst Gombrich (1909-2001) in occasione della pubblicazione dell’edizione italiana del libro-intervista di Didier Eribon, Il linguaggio delle immagini (Torino, Einaudi, 1994), e della sua raccolta di saggi Argomenti del nostro tempo. Cultura e arte nel XX secolo (Torino, Einaudi, 1994).
Una copia della raccolta di saggi è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Il Candelabro Trivulzio? Un bel tenebroso
Stralcio dell’intervento I misteri di un candelabro redatto da Castelnuovo per Il candelabro Trivulzio nel Duomo di Milano (Milano, Silvana editoriale, 2000; una seconda emissione fuori commercio è pubblicata per il Credito Artigiano di Milano).
Castelnuovo torna con la memoria a una delle esercitazioni di Roberto Longhi sul candelabro Trivulzio, durante gli studi di perfezionamento all’Università di Firenze (1951-1955), ricordando che allora nessuno dei partecipanti era riuscito a identificarlo. Con questo episodio intende mostrare quanto poco si sapesse di quest’opera prima dell’indagine di Fulvio Cervini, cuore del volume, nonostante la sua collocazione pubblica nel Duomo di Milano sin dal Cinquecento (Castelnuovo richiama anche il fascicoli su Nicolas de Verdun de I maestri della scultura, curato nel 1966, dove nelle didascalie non era riuscito a specificare l’ambito di provenienza). A partire da queste esperienze personali, è introdotta la disamina di Cervini (Alberi di luce. Il Candelabro Trivulzio nella cultura medievale) che fa luce sull’origine, sulla funzione, sul programma iconografico e sui legami con opere affini al candelabro Trivulzio.
Il contributo è introdotto dalla presentazione di Marco Carminati. -
Il gran scozzese che riscoprì Ravello
Recensione dell’opera: Francis Nevile Reid, Ravello, a c. di E. Allen e Charles Carmichael Lacaita, presentazione di Gore Vidal, introduzione e note di Antonio Milone, Sarno, Labirinto, 1997. L’edizione italiana del volume di Reid sulla costiera amalfitana, dedicato ai monumenti medievali di Ravello, offre l’occasione a Castelnuovo per presentare il gentiluomo scozzese, il contesto in cui è vissuto e la sua speciale predilezione per quei luoghi.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca Storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Il grande spessore del pittor Macrinus
Recensione della mostra: Macrino d’Alba, protagonista del Rinascimento piemontese, (Alba [Cuneo], Fondazione Ferrero, 20 ottobre-9 dicembre 2001) a c. di Giovanni Romano, catalogo pubblicato da Editrice artistica piemontese. Castelnuovo torna sul pittore Macrino d’Alba, su cui si era soffermato in occasione della pubblicazione della monografia di Edoardo Villata (3 settembre 2000), presentando i momenti fondamentali della sua carriera, i principali committenti e le diverse influenze culturali riscontrabili nelle sue opere, per allargare poi lo sguardo all’ambiente artistico di Alba tra XV e XVI secolo.
L’articolo ricorda la Mostra di Macrino d’Alba, tenutasi nel 1935 presso Sala Consiliare del Palazzo comunale di Alba, e alcuni dei primi studi sul pittore:- Giovanni Bistolfi, Macrino d’Alba. Appunti sulla vita e le opere di un pittore piemontese del secolo XV, Torino, Lattes, 1910 (recensita da Roberto Longhi: Macrino d’Alba, «Piemonte», 29 dicembre 1910, riedito in Edizione delle opere complete di Roberto Longhi, VIII.1, Fatti di Masolino e di Masaccio e altri studi sul quattrocento 1910-1967, Firenze, Sansoni, 1975, p. 180);
- Giovanni Oreste Della Piana, Macrino d'Alba, Torino, Società industriale grafica Fedetto, 1935.
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Il rianimator di marmi
Recensione della mostra I Marmi di Lasinio. La collezione di sculture medievali e moderne nel Camposanto di Pisa (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo: 30 luglio-31 ottobre 1993), a c. di Clara Baracchini, catalogo SPES; l’articolo traccia un profilo di Carlo Lasinio (Treviso, 10 febbraio 1759-Pisa, 29 marzo 1838), focalizzato sulle iniziative di tutela e di valorizzazione del Camposanto di Pisa da lui promosse in quanto conservatore. In particolare, l’articolo si sofferma sul museo di scultura antica e medievale inaugurato da Lasinio nel Camposanto, dove aveva ordinato le opere già conservate all’interno e nuovi reperti raccolti nei dintorni della città. Castelnuovo era parte del comitato scientifico dell’esposizione, assieme a Paola Barocchi, Antonino Caleca e Roberto Paolo Ciardi.
Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.