Tirolo, anno mille e cinquecento (dettagli)
Titolo: Tirolo, anno mille e cinquecento
Descrizione:
Recensione delle mostra: 1500 circa. Landesausstellung 2000 Mostra storica (13 maggio-31 ottobre 2000), catalogo Skira editore. L’esposizione sovraregionale si articola in tre sezioni indipendenti: Leonardo e Paola. Una coppia diseguale (Liez, Castello di Bruck), De ludo globi. Il gioco del mondo (Bressanone, Palazzo Vescovile) e Alle soglie dell'impero (Besenello, Castel Beseno).
Castelnuovo aveva già introdotto questa rassegna nella recensione di Tr3cento. Pittori gotici a Bolzano (Bolzano, Civica Galleria, 29 aprile 2000-23 luglio 2000): ritorna ora sulle questioni storico-artistiche nell’area orientale della regione alpina, spingendosi sino alle soglie del XVI secolo per illustrarne gli sviluppi e le contaminazioni in questo territorio di frontiera.
Una copia del catalogo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato nella Biblioteca Storica d’Ateneo “Arturo Graf”.
Autore: Enrico Castelnuovo
Fonte: Il Sole 24 Ore, 2000, n. 225, p. 27
Editore: Il Sole 24 Ore; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2025)
Data: 2000-08-20
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Relazione:
Formato: application/pdf
Identificatore: Sole_67
Testo:
«Il Sole 24 Ore» – Domenica 20 agosto 2000, n. 225, p. 27
STORIA PER IMMAGINI
A Lienz, Bressanone e Castel Beseno tre mostre sul passaggio tra gotico e rinascimento nella regione alpina
Tirolo, anno mille e cinquecento
Dipinti, sculture, incisioni raccontano il mecenatismo degli Asburgo, dei conti di Gorizia e di Niccolò Cusano
di Enrico Castelnuovo
L’Europa all’aprirsi del Cinquecento vive un periodo di grandi trasformazioni. Le scoperte geografiche rivoluzionano la rete dei traffici marittimi e delle vie commerciali aprendo nuove vie e nuove connessioni, l’invenzione e il diffondersi della stampa finiscono per mutare la produzione e la distribuzione del libro, il rinnovarsi e il trasformarsi di un’antica istituzione, l’impero, ormai saldamente in mano agli Asburgo, travolgerà gli equilibri politici del continente mentre sintomi diversi annunciano l’imminente esplodere di una dirompente crisi sociale, sfociata nella guerra dei contadini, e religiosa, che troverà sbocco nella riforma protestante.
Come sono stati vissuti questi anni nell’area orientale della regione alpina, al confine tra Venezia e l’impero proprio quando l’espansione veneziana verso settentrione conosceva un termine e l’impero diveniva nuovamente una potenza con cui occorreva fare i conti? É questa la domanda cui vogliono rispondere le tre mostre organizzate grazie alla collaborazione tra il Land Tirolo e le Provincie autonome di Trento e di Bolzano accomunate da un titolo generale 15OO circa e illustrate da un unico e bel catalogo (Skira), che si svolgono fino alla fine di ottobre. Ciascuna delle mostre, che trattano un tema specifico, è allestita in sedi straordinariamente suggestive, legate molto direttamente ai fatti e ai personaggi presentati: si tratta di Castel Beseno presso Rovereto sotto i cui spalti si consumò nel 1487 un celebre combattimento tra veneziani e tirolesi, del palazzo vescovile di Bressanone, sede dei principi-prelati e del rustico castello di Lienz, nido d’aquila dei conti di Gorizia.
La mostra di Castel Beseno si intitola Alle soglie dell’Impero ed evoca la battaglia di Calliano del 10 agosto 1487 in cui i fanti tirolesi bloccarono le truppe venete e in cui perse la vita nelle acque dell’Adige il comandante dei veneziani, il celebre capitano di ventura Roberto da Sanseverino, nipote di Francesco Sforza, cui Massimiliano in persona fece erigere nel 1493 nel Duomo di Trento, affidandolo a Lux Maurus, scultore di Kempten, un suntuoso monumento in pietra rossa a sostituire quello equestre in legno rivestito dalla armatura stessa del condottiero che i vincitori gli avevano eretto a perpetua memoria del fatto. Quella di Bressanone, prende il nome da un testo di Niccolò Cusano, il celebre prelato umanista che negli anni Cinquanta del Quattrocento della città era stato vescovo, il De ludo globi (il gioco del mondo) un libro che è nello stesso tempo ludico (in quanto espone le regole di un giuoco) e sapienziale in quanto situazioni e figure sono simboli e metafore della vita, e presenta un ritratto di questo gran personaggio e un panorama della piccola capitale di un principato vescovile posta sulla strada tra nord e sud. Quella di Lienz infine attraverso il titolo Leonardo e Paola. Una coppia diseguale evoca l’unione tra una Gonzaga e l’ultimo dei conti di Gorizia e l’incontro tra due mondi, quello umanistico delle corti padane e quello ancora medievale di una signoria alpina nonché lo spegnersi di questa antica dinastia che aveva regnato su una compagine di territori di frontiera che si estendevano, ma con vistose soluzioni di continuità, dall’Istria alla Pusteria.
Le mostre dunque si vogliono storiche nel senso più ampio piuttosto che strettamente storico-artistiche, offrendo un percorso che intende illustrare attraverso temi, personaggi ed episodi-chiave la percezione della frontiera e la rappresentazione del cosmo, le forme della religiosità e il culto delle immagini, la diffusione della stampa e gli usi della riproduzione, la condizione femminile e le forme e le tecniche delle armature, in una parola la vita quotidiana ai suoi vari livelli, nelle sue gerarchie e nelle sue forme più diverse, affidandosi a vari tipi di documenti e di oggetti, dalle tavole dipinte ai manoscritti, dagli avori alle oreficerie, ai vetri, alle ceramiche, dai tessuti alle sculture lignee, dalle xilografie ai libri a stampa alle carte geografiche alle armi e alle armature.
Non vi mancano opere d’arte di una qualità assai alta. É questo il caso per esempio della galleria, assolutamente spettacolosa, di volti di canonici, nobili, borghesi, studiosi e mercanti di Bressanone dipinta da Marx Reichlich un geniale pittore originario della Pusteria (si era formato nell’ambiente di Friedrich Pacher ma sormontò di molto il maestro, instaurando piuttosto, attraverso il tempo, un dialogo con il grande Michael Pacher) che nei suoi ritratti dà dei punti a Holbein. Il trovar riunito questo sorprendente insieme giustificherebbe da solo un viaggio a Bressanone. Ma non vi si troverà solo questo: da Bernkastel in Renania è giunto qui il grande Trittico della Passione che Cusano commissionò per l’ospedale da lui fondato nel paese natale e che lo vede rappresentato in preghiera ai piedi della croce. Quest’opera che ci rivela le preferenze artistiche del grande cardinale è stata dipinta verso il 1460 dal Maestro della Vita di Maria, un anonimo pittore di Colonia che guardava ai grandi fiamminghi, a Dirk Bouts e a van der Weyden, un artista quest’ultimo di cui Cusano era un fervente ammiratore tanto da ricordarlo in un suo scritto come massimo tra i pittori. Attraverso una selezione di oggetti e documenti, dalle opere d’arte appunto da lui commissionate al manoscritto renano del 1426 che riporta pareri giuridici da lui espressi accompagnati dalla sua immagine e dalla annotazione iuvenis magnus al globo celeste del primo trecento che gli apparteneva, ai libri della sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi testi è possibile seguire i vasti interessi teologici, filosofici, matematici, scientifici del Cusano nonché la vita sociale e culturale della città per oltre mezzo secolo. Così avviene per Lienz piccolo centro di una corte ancora legata al passato dove i segni di avvenire giungono con la marchesina venuta da Mantova. Il clou della mostra sono in questo caso le splendide cassapanche mantegnesche del corredo di Paola Gonzaga ornate da bassorilievi in pastiglia policroma con il Giudizio di Traiano (dal museo di Klagenfurt) che si trovano a confrontarsi con la pressoché contemporanea effigie votiva di Leonardo di Gorizia (Ferdinandeum di Innsbruck) realizzata in legno e cera che si trovava un tempo sulla parete della chiesa di San Sigismondo in Val Pusteria, quasi a segnare due climi e due culture.
Non si trattò sempre di dialogo, né sempre di confronto, ma neanche di opposizione. Il miracolo costituito da Michael Pacher che aveva saputo assumere da Padova come dalla Svevia elementi per integrarli in modo altissimo nella sua opera non si ripeterà, ma i modi del mezzogiorno e quelli del settentrione troveranno maniere di convivenza tanto che un intagliatore trentino si dirà capace di scolpire «tanto al rito italiano che tedesco». Presentare queste situazioni complesse e variegate e nello stesso tempo personalità che sovrastano di molto la misura dei luoghi dove operarono, come Niccolò Cusano, non era impresa da poco che i curatori hanno risolto con successo. E il visitatore che vorrà spingersi da una rassegna all’altra attraverso la Pusteria, potrà integrarle con la visita di luoghi e centri suggestivi e carichi di memorie, dall’abbazia di Novacella alla chiesa di San Sigismondo, che ancora contiene un prezioso altare del gotico internazionale accanto al quale si ergeva, sulla parete, l’effigie lignea in preghiera di Leonardo da Gorizia, presente in mostra, dalla cittadina vescovile di Brunico, nido di artisti, che conserva il nome del suo fondatore Bruno vescovo di Bressanone alle chiese ricche di affreschi di Tesido-Taisten, patria di Simon von Taisten pittore dei conti di Gorizia, a quel prezioso scrigno di opere d’arte che è la chiesa di Sankt Korbinian a Thal, sulla strada di Lienz. Si avvertirà così in che modi e in che forme tramonti il medioevo tra l’Adige e la Drava mentre sotto il regno di Massimiliano, la cui immagine è onnipresente, si consolida e si espande il potere asburgico.
«Leonardo e Paola. Una coppia diseguale», Lienz, Schloss Bruck; «De ludo globi», Bressanone, Palazzo Vescovile; «Alle soglie dell’impero», Castel Beseno (Rovereto) fino al 31 ottobre. Catalogo Skira.
Qui sopra, Max Reichlich, «Ritratto di un buffone di corte», 1519-1520. A destra, Max Reichlich «Ritratto di studioso» 1519; accanto, Hans Klocker, (bottega), «Natività», 1490 circa
NOMI CITATI
- Asburgo [famiglia]
- Bouts, Dieric
- Cusano, Niccolò
- Gonzaga, Paola
- Gorizia [famiglia]
- Holbein
- Kirchberg, Bruno von
- Klocker, Hans
- Land Tirol
- Leonardo, conte di Gorizia
- Maestro della Vita della Vergine
- Massimiliano I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero
- Maurus, Lux
- Pacher, Friedrich
- Pacher, Michael
- Provincia autonoma di Bolzano
- Provincia autonoma di Trento
- Reichlich, Marx
- Sansaverino d’Aragona, Roberto
- Sforza, Francesco
- Skira editore
- Taisten, Simon von
- Weyden, Roger van der
LUOGHI CITATI
- Adige
- Bernkastel-Kues [Germania]
o St. Nikolaus-Hospital
- Besenello [Trento]
o Castel Beseno
- Bressanone [Bolzano]
o Ospizio dei Francescani
o Palazzo vescovile di Bressanone
- Brunico [Bolzano]
- Calliano [Trento]
- Colonia [Germania]
- Drava
- Innsbruck [Austria]
o Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum
- Istria [Croazia]
- Kempten [Germania]
- Klagenfurt [Austria]
o Kärnten Museum Klagenfurt
- Lienz [Austria]
o Castello di Bruck
- Mantova
- Monguelfo-Tesido [Bolzano]
- New Haven [Stati Uniti]
o Yale University Art Gallery
- Padova
- San Sigismondo [Chienes, Bolzano]
o Chiesa di San Sigismondo
- Svevia [Germania]
- Thal [Austria]
o Chiesa di Sankt Korbinian
- Tirolo [Austria-Italia]
- Trento
o Cattedrale di San Vigilio [Duomo]
- Val Pusteria
- Varna [Bolzano]
o Abbazia di Novacella
- Venezia
Collezione: Il Sole 24 Ore
Etichette: _RECENSIONE (mostra), Arte XVI secolo, Frontiera, Trentino-Alto Adige
Citazione: Enrico Castelnuovo, “Tirolo, anno mille e cinquecento,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 04 maggio 2025, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/167.