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Titolo: Tanti Beaubourg per Roma

Descrizione: Pamphlet polemico contro l'esiguità dei fondi statali destinati al settore dei beni culturali, a partire dalle dichiarazioni del sottosegretario del Ministero dei Beni culturali e ambientali Giuseppe Galasso. Nella seduta del 2 ottobre 1985 della VIII Commissione permanente (Istruzione) della Camera dei Deputati era emerso che la previsione di spesa per i beni culturali sarebbe stata limitata allo 0,22% del bilancio dello Stato. Lo stesso giorno in cui «La Stampa» pubblicava le dichiarazioni di Galasso, il 13 marzo 1986 (p. 2), «Le Monde» dedicava quattro pagine ai progetti promossi oltralpe dal ministro della Cultura Jack Lang, giunto a fine mandato (1981-86; pp. 17-20). Castelnuovo li richiama, guardando con ammirazione alla politica culturale della Francia: in particolare sottolinea come i grandi investimenti messi in campo abbiano permesso di rinnovare numerose istituzioni culturali e di inaugurare importanti musei, a cui il titolo dell'articolo allude.

Autore: Enrico Castelnuovo

Fonte: Tuttolibri, anno 12, n. 494, p. 1 (supplemento a La Stampa)

Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)

Data: 1986-03-15

Gestione dei diritti: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale

Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)

Formato: application/pdf

Identificatore: Stampa_47

Testo: Tuttolibri – Anno 12, n. 494, p. 1
(supplemento a «La Stampa» del 15 marzo 1986)


Parliamone

Tanti Beaubourg per Roma


«Quando sento parlare di cultura tiro fuori il revolver» aveva l’abitudine di dire il dottor Goebbels. In simili occasioni, meno drammaticamente, i nostri governanti si limitano a nascondere il salvadanaio. Leggo che il sottosegretario Giuseppe Galasso denuncia che solo lo 0,22% della spesa pubblica è destinato ai Beni Culturali e che le condizioni del nostro patrimonio sono tutt’altro che soddisfacenti.
Lo stesso giorno in cui i nostri giornali pubblicavano queste meste constatazioni, «Le Monde» dedicava quattro pagine alla politica culturale del governo socialista francese. Bilanci triplicati, interventi a trecentosessanta gradi, Jack Lang e il suo ministero sono, in piena battaglia elettorale, il fiore all’occhiello del presidente e del primo ministro, sono la «force de frappe» simbolica della Francia.
Naturalmente il ministero della Cultura francese è un po’ diverso da quello italiano dei Beni Culturali. Si occupa di cinema, di musica, di danza, di fotografia, di biblioteche, di teatri, di architettura, oltreché di musei e di monumenti. Ma anche quest’ultimo settore è in folgorante crescita grazie ai grandi «progetti del presidente» (e di coloro che in questa carica lo avevano preceduto). Dopo il mitico, vecchio Beaubourg e il momento del Musée d’Orsay, del Grande Louvre, del Musée Picasso. In pochi mesi, e senza nascondere per troppo tempo le opere al pubblico, il Musée d’Art Moderne è stato ristrutturato da Gae Aulenti, il Musée des Arts Décoratives è stato rinnovato e si è anche creato un Museo della Moda.
Parigi, certo, ha assorbito molto, ma anche i musei di provincia hanno avuto la loro parte, così come i monumenti e gli scavi, per non parlare dei fondi dedicati agli acquisti e delle opere entrate nei musei per «dation» a pagamento di tasse di successione, immediatamente esposte e non, come avviene da noi (si veda il caso di quanto ci è rimasto della collezione Contini-Bonacossi) accuratamente celate.
Di fronte al danzare delle cifre e delle iniziative al di là delle Alpi immagino che al professor Galasso, il quale in questa notturna e oscura battaglia ministeriale si batte con esemplare coraggio, non rimanga che fare come Mario sulle rovine di Cartagine e contemplare sconsolato il panorama che gli si schiude davanti. Da noi i musei chiudono, e ben pochi si aprono, i fondi Fio per i grandi programmi di intervento sono decurtati, spesso di due terzi, i programmi delle soprintendenze sono tagliati all’osso, campagne di restauro iniziate devono venire interrotte, i monumenti vanno allo sbaraglio. E questo in un paese che pretende di entrare trionfalmente nel Club dei Cinque, che è una delle grandi potenze industriali del pianeta, che ha un patrimonio artistico e culturale unico al mondo.
Non so quali ottuse e barbare menti intervengano con funesta incoscienza a tagliare il miserissimo bilancio dei Beni Culturali. Si direbbe che il principio che governa questo irresistibile declino sia il motto pronunciato – pare – da un aristocratico di fiducioso carattere mentre stava cadendo da una torre: «Finché la dura». Non rimane che una speranza, per quanto comica e inattuale possa sembrare: che alla prossima fatale, inarrestabile ed ennesima «verifica» qualcuno di buona volontà ponga i problemi sul tappeto. E punti i piedi. Altrimenti sarà la fine: del nostro patrimonio, del nostro passato, della nostra cultura.
Enrico Castelnuovo 
NOMI CITATI

- Aulenti, Gae
- Contini Bonacossi [collezione]
- Galasso, Giuseppe
- Goebbels, Paul Joseph
- Lang, Jack
- Ministère de la Culture et de la Communication [Ministère de la Culture]
- Ministero dei Beni culturali e ambientali [Ministero della Cultura]
- Monde [Le]


LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Parigi [Francia]
o Centre George Pompidou
o Musée d’Art Moderne de Paris
o Musée d’Orsay
o Musée de la Mode de la Ville de Paris - Palais Galliera
o Musée des Arts Décoratifs
o Musée du Louvre
o Musée Picasso

Collezione: La Stampa

Citazione: Enrico Castelnuovo, “Tanti Beaubourg per Roma,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/61.