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Titolo: Torino, piccola caput mundi

Descrizione: Recensione della mostra: Roma Torino Parigi 1770-1830 (Torino, Lingotto Fiere: 27 febbraio-7 marzo 1993), a c. di Giovanni Romano, catalogo edito da Umberto Allemandi; l’esposizione è organizzata nell’ambito della Biennale internazionale di antiquariato Arte antica '93: Castelnuovo era parte del comitato scientifico, presieduto da Federico Zeri. Ripercorrendo le principali opere, l’articolo offre un affondo sull’arte piemontese da Vittorio Amedeo III sino alla Restaurazione, passando per la parentesi napoleonica, e mette a fuoco i rapporti internazionali che legavano Torino ad altre capitali europee quali Parigi e Roma. 
Una copia del catalogo della mostra è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo “Arturo Graf”

Autore: Enrico Castelnuovo

Fonte: La Stampa, anno 127, n. 56, p. 21

Editore: La Stampa; digitalizzazione: Archivio storico dell'Università di Torino (2023)

Data: 1993-02-26

Gestione dei diritti: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale

Relazione: Inventario del fondo Enrico Castelnuovo, unità archivistica «La Stampa» (Archivio storico dell'Università di Torino)

Formato: application/pdf

Identificatore: Stampa_80

Testo: «La Stampa» – Anno 127, n. 56 – Venerdì 26 febbraio 1993, p. 21



Torino, piccola caput mundi

Quanti maestri fra il despota Vittorio Amedeo III e le speranze del ventennio napoleonico



TORINO – «Invano ognun vorrebbe la patria governare / Il popolo è felice di farsi così mandare»: scritte in francese e in latino nella lunga iscrizione bilingue che accompagna una stampa (c. 1792) di Luigi Valperga «intagliatore di S.M.», le parole sono più alate, ma il concetto rimane. È questa Anarchia destructa, un’opera emblematica della mostra calibrata e sottile «Roma-Torino-Parigi» condotta con la consueta sapienza da Giovanni Romano. Emblematica per la sua data, circa il 1792, più o meno a mezza strada tra il punto di partenza (1770) e quello di arrivo (1830) della rassegna. Emblematica per il suo autore, un disegnatore raffinato reduce da dieci anni di soggiorno parigino e quindi autorevole testimone dei contatti tra le due capitali. Emblematica per il soggetto «avant le déluge» che utilizzando una composizione storica del medesimo Valperga (il Sacrificio di Polissena) rappresenta una Francia pentita condotta da un bel guerriero che altri non è se non Luigi XVI, verso gli eserciti delle grandi potenze accorsi a salvare il sovrano, mentre crollano i simboli rivoluzionari e viene bruciato un cartiglio con le scritte fatidiche «liberté-egalité». Emblematica per il modo in cui testimonia del clima solidamente reazionario della corte sabauda tra timori per l’avvenire, sconvolgimenti in corso e una futura auspicata – e voluta da Dio – restaurazione: «Dieu protège les Roix et détruit l’anarchie / La France renaîtra sur ses tristes débris».
La mostra abbraccia un periodo cruciale: il mezzo secolo abbondante che porta dal dispotismo parcamente illuminato ma incline alle arti di Vittorio Amedeo III (celebrato con una trionfale quadriga dall’«Umil.mo Suo Sudito, e fedel Servo Giacomo Pregliasco, R.o. disegnatore da Carozze»), alle grandi speranze e alle delusioni del ventennio francese (testimoniate tra l’altro da un pimpante e napoleonico ritratto colmo di passione civile e di erudizione dell’avvocato, infaticabile poligrafo, Modesto Paroletti, dipinto a Parigi nel 1810 da Benedetto Pécheux); e una restaurazione che se tiene l’«Augusto Ciglio» («Splendido per virtù, senno e consiglio / vibra luce maggior l’Augusto Ciglio» afferma il Bonzanigo sotto il profilo eburneo di Maria Teresa d’Austria-Parma, sposa del «Sabaudo-Augusto» Vittorio Emanuele I) ostinatamente volto all’indietro si adopera acciocché «d’aurea felicità gli eccelsi effetti / far che provino i popoli soggetti» e si colora ai margini di un gusto borghese e biedermeier come nel bel Ritratto di famiglia di Pietro Ayres.
Questi i tempi. Il luogo è Torino, una Torino non periferica, anche se a tratti provinciale, in continuo scambio con Roma e con Parigi, un rapporto stimolato dalla politica artistica di Vittorio Amedeo III che gli sopravviverà, dove i grandi sommovimenti sono attutiti dall’usuale understatement subalpino, dove approdano – e partono – opere e artisti. Grandissimi tra questi Ignazio e Filippo Collino – ricercati fin nelle Russie dal conte del Nord – i cui busti vivissimi del conte e della contessa Provana del Sabbione sono tra le più belle e moderne sculture italiane della fine del ‘700, come grande sarà l’applicato e cosmico agrimensore Bagetti (di cui sono qui tra l’altro una splendida Presa di Fossano e un Sabba di fantasmi tra le rovine di un convento).
Accanto a questi due ritratti (spediti da Parigi da un Drouais «not at his best» per compensare l’ambasciatore sardo di aver organizzato un regal matrimonio tra una principessina sabauda e il conte di Provenza, futuro Luigi XVIII), un ritrattino (le cui vicende sono illustrate in uno stravagantissimo cartiglio apposto alla cornice) di Maria Clotilde di Borbone principessa di Piemonte, moglie di Carlo Emanuele IV, opera dell’austriaco Ludwig Guttenbrunn, ritrattista assai ricercato dalle corti. E poi alcune opere significative (tra queste il bozzetto per la volta della biblioteca di Vittorio Amedeo III) del lionese-romano Lorenzo Pécheux, un’Angelica Kauffmann spedito da Roma a committenti piemontesi, un lunare Cesar Van Loo; disegni, stampe, intagli, tarsie, argenti, porcellane, biscuit, mobili, legature, quanto basta a mostrare un gusto diversificato e una committenza attenta e variata non solo di corte.
Enrico Castelnuovo

Una preziosa miniatura e un medaglione del Lingotto 
NOMI CITATI

- Ayres, Pietro
- Bagetti, Giuseppe Pietro
- Bonzanigo, Giuseppe Maria
- Carlo Emanuele IV di Savoia, re di Sardegna
- Collino, Filippo
- Collino, Ignazio
- Drouais, François-Hubert
- Ferrero della Marmora, Filippo
- Guttenbrunn, Ludwig
- Kauffmann, Angelika
- Loo, Jules-César-Denis van
- Luigi XVI, re di Francia
- Luigi XVIII, re di Francia [conte di Provenza]
- Maria Clotilde di Borbone, regina di Sardegna
- Maria Giuseppina di Savoia, regina di Francia [contessa di Provenza]
- Maria Teresa d'Austria-Este, regina di Sardegna
- Paolo I, imperatore di Russia [conte del Nord]
- Paroletti, Vittorio Modesto
- Pécheux, Benedetto
- Pécheux, Lorenzo
- Pregliasco, Giacomo
- Provana del Sabbione, Francesco Aleramo Saverio
- Provana del Sabbione, Teresa [nata Ruffini di Diano]
- Romano, Giovanni
- Valperga, Luigi
- Vittorio Amedeo III di Savoia, re di Sardegna
- Vittorio Emanuele I di Savoia, re di Sardegna


LUOGHI E ISTITUZIONI CITATI
- Parigi [Francia]
- Roma
- Torino
o Lingotto Fiere

Collezione: La Stampa

Citazione: Enrico Castelnuovo, “Torino, piccola caput mundi,” Enrico Castelnuovo sulla carta stampata. La Stampa e Il Sole 24 Ore, ultimo accesso il 17 dicembre 2024, https://asut.unito.it/castelnuovo/items/show/96.