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Ori e colori del Trecento piemontese
Recensione dell’opera: Pittura e miniatura del Trecento in Piemonte, a c. di Giovanni Romano, Torino, Fondazione CRT e Banca CRT, 1997.
Introducendo l’ultimo volume della collana Arte in Piemonte, promossa dalla Cassa di Risparmio di Torino e diretta da Giovanni Romano, Castelnuovo presenta il Piemonte come terra di frontiera e punto d'incontro tra la cultura figurativa gotica transalpina, quella mediterranea della Liguria e la lezione giottesca lombarda. La riscoperta della pittura del Trecento in questa regione è cosa recente: molti cicli pittorici rimangono ancora da attribuire, così come è ignota l’opera di numerosi artisti menzionati nei documenti. Oltre ai primissimi studi di Anna Maria Brizio sugli Affreschi trecenteschi nella cappella del castello di Montiglio («Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti», XVII, 1-2, 1933, pp. 20-29) e i propri Appunti per la storia della pittura gotica in Piemonte («Arte antica e moderna», IV, 1961, 13-16, pp. 96-111, in particolare pp. 102-103), Castelnuovo riconosce i risultati raggiunti grazie ai numerosi restauri promossi dalla Soprintendenza, che hanno portato alla luce e reso nuovamente leggibili le pitture ora censite in questo volume.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca Storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Ori e reliquie dai forzieri di Bisanzio
Recensione della mostra: L’Oro di Siena. Il tesoro di Santa Maria della Scala (Siena, Complesso di Santa Maria della Scala, dicembre 1996-febbraio 1997), catalogo Skira Editore, a c. di Luciano Bellosi. Nel presentare alcune delle principali opere, Castelnuovo si focalizza sulle vicende collezionistiche e sul valore simbolico del tesoro di reliquiari acquisiti dal Comune di Siena per l’Ospedale di Santa Maria della Scala alla metà del XIV, evidenziando come questo straordinario nucleo manufatti e legature, per lo più provenienti dalla corte imperiale di Costantinopoli, abbia influenzato la produzione degli artisti senesi.
Una copia del catalogo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca Storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Paris, rue de Monceau
Castelnuovo presenta le collezioni d’arte delle famiglie ebree Camondo ed Ephrussi, le cui opere figurano oggi nei principali musei di Parigi. Le loro vicende, radicate nella capitale in rue de Monceau sin dal XX secolo, divengono testimonianze di una storia di mecenatismo, che si chiude con il tragico epilogo dei campi di concentramento.
L’articolo accompagna la recensione di Andrea Casalegno (Resurrezione di un mondo) del volume di Edmund de Waal sul collezionismo di netsuke – sculture giapponesi – da parte della famiglia Ephrussi: Un’eredità di oro e ambra (I ed. The Hare with Amber Eyes: a Hidden Inheritance, Chatto & Windus, 2010; I ed. italiana Bollati Boringhieri, 2011). -
Perché gli artisti sono conservatori
Castelnuovo intervista Vittorio Gregotti a partire dalla sua ultima pubblicazione: Dentro l'architettura, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.
Il titolo dell’articolo, Perché gli artisti sono conservatori, deriva da una provocazione di Gregotti: nell’intervista riferisce che sarebbe stato il sottotitolo ideale per il proprio libro in quanto riassume la riflessione sulla condizione attuale dell’architettura e, più in generale, i problemi del fare artistico nella cultura contemporanea qui discussi. Denunciando la perdita del rapporto tra progetto, lavoro dell’architetto, tecniche costruttive e contesto storico, l’autore afferma la necessità di ritornare a confrontarsi con la tradizione del proprio mestiere e con la storia, così da restituire centralità al dibattito attorno alla produzione artistica e al ragionamento intellettuale su cui si fonda il progetto. -
Piccoli capolavori da camera (da letto)
Recensione della mostra: Spiegel der Seligkeit. Privates Bild und Frömmigkeit im Spätmittelalter (Norimberga, Germanisches Nationalmuseum, 31 maggio-8 ottobre 2000), catalogo a c. di Frank Matthias Kammel. Castelnuovo si sofferma sull’impostazione dell’esposizione, che indaga il fenomeno dei dipinti, delle sculture e in generale dei manufatti destinati alla devozione privata durante il Trecento e il Quattrocento, presentando i soggetti, la loro diffusione e la ricezione, il loro valore simbolico e l’uso delle immagini nella preghiera. Nell’articolo sono anche menzionati il volume di Jeffrey F. Hamburger, Nuns as Artists. The Visual Culture of a Medieval Convent (University of California Press, 1997) e l’Autunno del Medioevo di Johan Huizinga.
Una copia del catalogo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato nella Biblioteca Storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Piccolo tour tra le botteghe di Carinzia
Recensione della mostra: Schauplatz Mittelalter Friesach (Friesach, Fürstenhof, 28 aprile-28 ottobre 2001). Castelnuovo torna sulle Landesausstellung, le esposizioni nazionali promosse dai Länder della Germania e dell'Austria, su cui si era già soffermato l’anno precedente, in occasione dell’inaugurazione di 1500 circa. Landesausstellung 2000 Mostra storica (20 agosto 2000). L’edizione del 2001 tenuta a Friesach, capoluogo della regione della Carinzia e antico polo commerciale del principato degli arcivescovi di Salisburgo, è dedicata alla città nel medioevo e indaga da differenti punti di vista, attraverso documenti, manufatti e opere d’arte, la vita quotidiana negli insediamenti urbani tra XI e XV secolo.
Una copia del catalogo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato nella Biblioteca Storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Pittori alla finestra
Recensione dell'opera: Anna Ottani Cavina, I paesaggi della ragione. La città neoclassica da David a Humbert de Superville, Torino, Einaudi, 1994.
Castelnuovo individua nello studio di Ottani Cavina un contributo fondamentale sul paesaggio in età neoclassica, a partire dalle vicende dei pittori francesi pensionanti a Roma – David, Debret, Drouais, Gauffier, Saint-Ours, Valenciennes – e il loro interesse per l’antichità e la natura, indagate con occhi nuovi mediante il disegno dal vero. L’articolo si chiude guardando agli sviluppi di questa pittura sino al Novecento, richiamando per affinità un saggio Emil Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo (Einaudi, 1966), di cui lo stesso Castelnuovo aveva promosso la traduzione e scritto la prefazione.
Una copia dell’opera di Ottani Cavina di quella di Kaufmann sono presenti nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Pittori e araldi di Francia
Recensione dell’opera: André Chastel, La Pala d’altare nel Rinascimento, Garzanti, Milano, 1993. L’articolo è pubblicato in occasione dell’edizione postuma dei primi due volumi della storia dell’arte francese di André Chastel (1912-1990): Introduction à l’histoire de l’art français e L’art français. Pre-moyen age, Moyen age (Parigi, Flammarion, 1993). Dal secondo volume è tratto lo stralcio sull’araldica nel basso medioevo che accompagna il contributo di Castelnuovo.
Una copia della pubblicazione recensita (ed. italiana; ed. francese) e dei volumi della storia dell’arte francese è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Pittori primitivi in Piemonte
Recensione dell’opera: Primitivi piemontesi nei Musei di Torino, a c. di Giovanni Romano, Torino, Fondazione CRT e Cassa di Risparmio di Torino (Arte in Piemonte, 10), 1996. Castelnuovo offre un bilancio degli studi sulla pittura piemontese nel XIV e XV secolo da cui ne è partita la riscoperta, ripercorrendo alcune tra le mostre fondamentali:- Gotico e Rinascimento in Piemonte (Torino, Palazzo Carignano, 1938-1939), a c. Vittorio Viale;
- Valle di Susa. Arte e storia dall'XI al XVIII secolo (Torino, Galleria civica di arte moderna, 12 marzo-8 maggio 1977), a c. di Giovanni Romano;
- Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale (Torino, Palazzo Madama, aprile-giugno 1979), a c. di Enrico Castelnuovo e Giovanni Romano;
- Il tesoro della città. Opere d’arte e oggetti preziosi da Palazzo Madama (Stupinigi [Torino], Palazzina di caccia, 31 marzo-8 settembre 1996), a c. di Silvana Pettenati e Giovanni Romano.
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Pittori senesi alla corte dei papi
Recensione della mostra: L'art Gothique Siennois. Enluminure, peinture, orfevrerie, sculpture (Avignone, Musée du Petit Palais: 26 giugno-2 ottobre 1983), catalogo edito da Centro Di. Introducendo il Musée du Petit Palais e la sua collezione di primitivi italiani riorganizzata da Michel Laclotte, l’intervento offre una panoramica sull’arte gotica senese del XIV secolo secolo, focalizzandosi sui rapporti tra Siena e Avignone; Castelnuovo riconosce nella città dei papi un centro internazionale, privo di una propria tradizione artistica: per questa ragione e per la presenza di una committenza diffusa, i pittori senesi hanno avuto la possibilità di esprimere più liberamente la loro arte, elaborando così un linguaggio nuovo che si diffuse in tutta Europa, divenendo “internazionale”.
L’esposizione si configura come una seconda edizione della rassegna sull’arte senese curata da Giovanni Previtali, inaugurata l’anno precedente: Il gotico a Siena. Miniature, pitture, orificerie, oggetti d’arte (Siena, Palazzo Pubblico, 24 luglio-30 ottobre 1982); anche questa è stata recensita da Castelnuovo su «La Stampa».
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000). Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.









