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La pecora di Giotto
Recensione dell’opera: Luciano Bellosi, La pecora di Giotto, Torino, Einaudi, 1985. Dedicato alla formazione di Giotto e alla sua opera nella Basilica di San Francesco di Assisi, Castelnuovo apprezza particolarmente questo studio per i risultati inediti e l’approccio innovativo. In particolare, rimarca l’attenzione di Bellosi per la moda e il costume rappresentati nelle scene – la foggia degli abiti e il taglio della barba di San Francesco – indagati per meglio datare gli affreschi. In chiusura il richiamo va al Giudizio sul Duecento di Roberto Longhi, per evidenziare come ancora allora pesassero pesanti preconcetti sulla lettura dell’arte del XIII secolo («Proporzioni», II, 1948, pp. 5-54, riedito in Edizione delle opere complete di Roberto Longhi, vol. VII Giudizio sul Duecento e ricerche sul Trecento nell’Italia centrale, 1939-1970, Firenze, Sansoni, 1974, pp. 1-53).
Una copia dell’opera è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Galileo critico delle arti di Erwin Panofsky
Recensione dell'opera: Erwin Panofsky, Galileo critico delle arti, a c. di Maria Cecilia Mazzi, Venezia, Cluva, 1985. Nel saggio Galileo as a Critic of the Arts, pubblicato nel 1954 e ora tradotto per la prima volta in italiano, Castelnuovo riconosce un intervento esemplare sul contributo di Galileo Galilei (1564-1642) al dibattito sull'arte: l’indagine panofskyana pone in evidenza le connessioni tra le scelte estetiche di Galileo e le sue strutture mentali, valutandone l’impatto, tutt’altro che secondario, sul suo pensiero scientifico.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Guide incerte
Recensione delle opere: Oretta Bongarzoni, Guida alle case celebri, Bologna, Zanichelli, 1985; Mauro Piccoli, Guida ai musei insoliti, Bologna, Zanichelli, 1985. Pur riconoscendo alcuni spunti originali, Castelnuovo evidenzia i limiti della selezione operata dalle due guide, a partire dagli stessi titoli, lamentando non solo l’assenza di un’impostazione rigorosa, ma l’inclusione di luoghi di dubbia autenticità a discapito di altri che ritiene di maggior rilievo storico-artistico. -
Zeri II: la vendetta
Recensione dell'opera: Federico Zeri, L'inchiostro variopinto, Milano, Longanesi, 1985. A tre anni dalla pubblicazione di Mai di Traverso (Longanesi, 1982), Zeri riunisce più di sessanta articoli scritti nella prima metà degli anni Ottanta per «La Stampa» e «L’Europeo». Castelnuovo non solo apprezza la penna dell’autore, ma riconosce in lui – pur senza esplicitarlo – un modello per la tutela dei beni culturali e la divulgazione dell’arte sulla carta stampata: se ne ammira la lucidità, l’intelligenza delle proposte e il valore civile delle sue denuncie, prende però le distanze dalle polemiche più violente e ne critica l’arroganza e l’intransigenza del giudizio, come nel caso dell’attribuzione dell’affresco di Guidoriccio da Fogliano (sul caso era già intervenuto su «La Stampa» nel 1985: Il pittore di Petrarca). Castelnuovo tornerà a parlare dell’immagine che di Zeri emerge dai suoi scritti nella recensione agli Scritti sull'arte dell'Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento).
Questo articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 154-155). Nello stesso numero de «L’Indice dei libri del mese» Castelnuovo recensisce inoltre Misteri pagani nel Rinascimento di Edgar Wind. Una copia della raccolta di Zeri è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Misteri pagani del Rinascimento di Edgar Wind
Recensione dell'opera: Edgar Wind, Misteri pagani nel Rinascimento, Milano, Adelphi, 1985 (traduzione di Piero Bertolucci). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.
Nello stesso numero de «L’Indice dei libri del mese» Castelnuovo presenta in un ampio articolo L'inchiostro variopinto di Federico Zeri. -
Tanti Beaubourg per Roma
Pamphlet polemico contro l'esiguità dei fondi statali destinati al settore dei beni culturali, a partire dalle dichiarazioni del sottosegretario del Ministero dei Beni culturali e ambientali Giuseppe Galasso. Nella seduta del 2 ottobre 1985 della VIII Commissione permanente (Istruzione) della Camera dei Deputati era emerso che la previsione di spesa per i beni culturali sarebbe stata limitata allo 0,22% del bilancio dello Stato. Lo stesso giorno in cui «La Stampa» pubblicava le dichiarazioni di Galasso, il 13 marzo 1986 (p. 2), «Le Monde» dedicava quattro pagine ai progetti promossi oltralpe dal ministro della Cultura Jack Lang, giunto a fine mandato (1981-86; pp. 17-20). Castelnuovo li richiama, guardando con ammirazione alla politica culturale della Francia: in particolare sottolinea come i grandi investimenti messi in campo abbiano permesso di rinnovare numerose istituzioni culturali e di inaugurare importanti musei, a cui il titolo dell'articolo allude. -
Abitare la frontiera
Recensione dell'opera: Fritz Saxl, La fede negli astri. Dall'antichità al Rinascimento, a c. di Salvatore Settis, Torino, Boringhieri, 1985; nelle stesse pagine il volume è anche recensito da Eugenio Garin (La barba della Medusa). Accompagna gli articoli un profilo di Saxl (1890-1948), curato da Castelnuovo, che presenta l’ampiezza e l’eccentricità delle sue ricerche a partire dallo stretto legame con Aby Warburg e la sua Biblioteca.
La raccolta qui presentata – allestita da Salvatore Settis, a cui di deve il saggio introduttivo – raccoglie quindici scritti di Saxl, redatti dagli anni Dieci sino alla morte: seppur derivino da differenti occasioni, si incontrano testi di conferenze, saggi e articoli, tutti i contributi ragionano sul tema dell’astrologia, dell’evoluzione e della trasmissione delle immagini astrali tra Oriente e Occidente, Dall'antichità al Rinascimento come indica il sottotitolo. Ne emerge il ritratto di un intellettuale di frontiera, interessato a oltrepassare i confini della storia dell’arte a favore di una più ampia storia della cultura. Ben sottolinea il suo approccio diverso alla disciplina il paragone con Roberto Longhi, “un ‘vero’ storico dell’arte”, nato lo stesso anno di Saxl ma tradizionalmente orientato all’attribuzionismo e alla ricostruzione di personalità artistiche.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Ducros degli uragani
Castelnuovo traccia un profilo del pittore svizzero Abraham-Louis-Rodolphe Ducros (1748-1810) a partire dall’esperienza del suo viaggio in Italia. Presentando i suoi acquerelli di grande formato, viene messo in luce come sul finire del XVIII secolo la veduta documentaria e il paesaggio souvenir, figli della la cultura del grand tour, cedano il passo a una rappresentazione della natura scossa dal sentimento del sublime. L’articolo è pubblicato in occasione delle mostre dedicate all’artista:- A Tour in Words and Watercolour. The Swiss Artist Louis Ducros Accompanies Dutch Tourists in Italy in 1778, a c. di Jan Wolter Niemeijer (Amsterdam, Rijksmuseum, Rijksprentenkabinet: 18 gennaio-11 maggio 1986; una seconda edizione della mostra si è tenuta al Musée Historique di Losanna (22 giugno-17 settembre 1990): Images et souvenirs de voyage. Le dessinateur suisse Louis Ducros accompagne des touristes hollandais en Italie en 1778;
- A.L.R. Ducros (1748-1810). Paysages d'Italie à l'époque de Goethe, a c. di Pierre Chessex (Losanna, Musée cantonal des Beaux-Arts: 21 marzo-19 maggio 1986); nel 1987 la mostra è approdata in Italia: Ducros 1748-1810. Paesaggi d'Italia all'epoca di Goethe (Roma, Palazzo Braschi, 26 febbraio-3 maggio 1987).
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Colmare qualche lacuna
Profilo di Rudolph Wittkower (1901-1971) in occasione dell’edizione italiana delle sue lezioni sulla scultura, tenute a Cambridge nel 1970-1971: La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall'antichità al Novecento, Torino, Einaudi, 1985 (traduzione di Renato Pedio; I ed. Sculpture. Processes and principles, Londra, A. Lane, 1977). Il contributo accompagna la recensione dell'opera di Massimo Ferretti: Seguendo gli scultori.
Una copia dell’opera (I edizione; edizione italiana) è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Cattedrale d'orgoglio
L’articolo presenta il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa, in occasione dell’apertura nel 1986: l’elenco delle più significative opere qui raccolte concede a Castelnuovo di rievocare le vicende degli stessi monumenti della Piazza dei Miracoli da cui provengono.