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Perché gli artisti sono conservatori
Castelnuovo intervista Vittorio Gregotti a partire dalla sua ultima pubblicazione: Dentro l'architettura, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.
Il titolo dell’articolo, Perché gli artisti sono conservatori, deriva da una provocazione di Gregotti: nell’intervista riferisce che sarebbe stato il sottotitolo ideale per il proprio libro in quanto riassume la riflessione sulla condizione attuale dell’architettura e, più in generale, i problemi del fare artistico nella cultura contemporanea qui discussi. Denunciando la perdita del rapporto tra progetto, lavoro dell’architetto, tecnice costruttive e contesto storico, l’autore afferma la necessità di ritornare a confrontarsi con la tradizione del proprio mestiere e con la storia, così da restituire centralità al dibattito attorno alla produzione artistica e al ragionamento intellettuale su cui si fonda il progetto. -
Ori e reliquie dai forzieri di Bisanzio
Recensione della mostra: L’Oro di Siena. Il tesoro di Santa Maria della Scala (Siena, Complesso di Santa Maria della Scala, dicembre 1996-febbraio 1997), catalogo Skira Editore, a c. di Luciano Bellosi. Nel presentare alcune delle principali opere, Castelnuovo si focalizza sulle vicende collezionistiche e sul valore simbolico del tesoro di reliquiari acquisiti dal Comune di Siena per l’Ospedale di Santa Maria della Scala alla metà del XIV, evidenziando come questo straordinario nucleo manufatti e legature, per lo più provenienti dalla corte imperiale di Costantinopoli, abbia influenzato la produzione degli artisti senesi.
Una copia del catalogo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca Storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Ori e colori del Trecento piemontese
Recensione dell’opera: Pittura e miniatura del Trecento in Piemonte, a c. di Giovanni Romano, Torino, Fondazione CRT e Banca CRT, 1997.
Introducendo l’ultimo volume della collana Arte in Piemonte, promossa dalla Cassa di Risparmio di Torino e diretta da Giovanni Romano, Castelnuovo presenta il Piemonte come terra di frontiera e punto d'incontro tra la cultura figurativa gotica transalpina, quella mediterranea della Liguria e la lezione giottesca lombarda. La riscoperta della pittura del Trecento in questa regione è cosa recente: molti cicli pittorici rimangono ancora da attribuire, così come è ignota l’opera di numerosi artisti menzionati nei documenti. Oltre ai primissimi studi di Anna Maria Brizio sugli Affreschi trecenteschi nella cappella del castello di Montiglio («Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti», XVII, 1-2, 1933, pp. 20-29) e i propri Appunti per la storia della pittura gotica in Piemonte («Arte antica e moderna», IV, 1961, 13-16, pp. 96-111, in particolare pp. 102-103), Castelnuovo riconosce i risultati raggiunti grazie ai numerosi restauri promossi dalla Soprintendenza, che hanno portato alla luce e reso nuovamente leggibili le pitture ora censite in questo volume.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca Storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Ora la cattedrale di Wiligelmo è di nuovo bianca
Nicoletta Niola intervista Castelnuovo in occasione della fine dei lavori di restauro della facciata del Duomo di Modena e dell'inaugurazione delle esposizioni Quando le cattedrali erano bianche - Lanfranco e Wiligelmo. Mostre sul Duomo di Modena dopo il restauro (Modena-Nonantola: 21 luglio 1984-prorogata al 31 luglio 1985). Castelnuovo era parte del comitato scientifico, composto da Vito Fumagalli, Adriano Peroni e Salvatore Settis, con la Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici dell’Emilia.
Al tema è anche dedicato l'articolo: Le pietre di Wiligelmo ritrovano un volto dopo ottocento anni, Tuttolibri, 21 luglio 1984, p. 4. -
Ora il museo adesca i clienti
Castelnuovo si interroga sul difficile rapporto tra musei ed esposizioni, a partire dalle polemiche nate in occasione del Salon International des Musées et des Expositions (SIME) di Parigi (Grand Palais: 15-20 gennaio 1988). -
Ora ampliamo i servizi
Castelnuovo commenta la proposta di ampliare l'orario di apertura dei principali musei statali avanzata dal ministro per i Beni culturali e ambientali Walter Veltroni grazie ai risparmi di gestione: pur apprezzando il progetto, precisa la necessità di ripensare ed estendere i servizi didattici offerti ai visitatori (“La visita di un museo non deve essere punitiva”).
L’intervento è posto a corredo dell’articolo di Liliana Madeo, «I musei scopriteli di sera». -
Oggetti intelligenti
Recensione dell’opera: Federico Zeri, Giorno per giorno nella pittura, I, Scritti sull'arte dell'Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino, Allemandi, 1988. Nel presentare il primo volume dei cinque che compongono la serie, edita da Umberto Allemandi dal 1988 al 1998, Castelnuovo sottolinea come i saggi qui raccolti – pubblicati tra fine anni Quaranta e metà anni Ottanta – permettono di cogliere l’autore nel vivo dell’attività del conoscitore, offrendone un ritratto ben differente da quello più polemico e mediatico (nella recensione a L'inchiostro variopinto, la raccolta degli interventi apparsi su «La Stampa» e «L’Europeo», Castelnuovo si era già soffermato sull’immagine che di Zeri emerge dai suoi scritti).
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 156-160). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Non disturbiamo i bisonti di Altamira
Castelnuovo denuncia i danni ai siti storici e archeologici provocati dai flussi turistici massicci e incontrollati, segnalando di contro il completo abbandono in cui versa una gran parte di monumenti non ancora valorizzati. L'intervento richiama questioni inerenti al patrimonio culturale già sollevate in altri contributi (Contro feticci e miti dei capolavori d’arte; Attila, il turista). -
Nevicate di marmo tra Pisa e Genova
Anticipazioni sulla mostra Niveo de marmore. L’uso artistico del marmo di Carrara dall’XI al XV secolo (Sarzana [La Spezia], Fortezza Firmafede: 8 marzo-10 maggio 1992), a c. di Enrico Castelnuovo, catalogo edito da Colombo; passando in rassegna le principali opere, Castelnuovo – nelle vesti di curatore – presenta questioni e temi analizzati nell’esposizione, che ricostruisce come in Toscana e Liguria, tra XII e XV secolo, il marmo sia nuovamente estratto, commerciato e soprattutto utilizzato nel campo della produzione artistica. Nel contributo si allude alle seguenti mostre:- Mostra della scultura pisana del Trecento (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo: luglio 1946-ottobre 1947);
- La Madonna nell'arte in Liguria. Dipinti e sculture dal secolo XIII al XVIII (Genova, Palazzo dell'Accademia: 30 aprile-31 maggio 1952).
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Nessun decalogo per l'estate
Enrico Castelnuovo critica l’approccio selettivo verso il patrimonio culturale: anziché suggerire luoghi da visitare o manifestazioni imperdibili per le vacanze estive, espone una serie di questioni già affrontate in Non disturbiamo i bisonti di Altamira. L’articolo denuncia che la cronaca dà spesso spazio a scandali di poco conto, riguardanti le opere più celebri, dimenticando che fattori di rischio come l’umidità del fiato dei visitatori o l’inquinamento atmosferico delle città attaccano giorno dopo giorno i monumenti. L’appello va alle pubbliche amministrazioni di ogni livello, ma anche agli sponsor privati, chiamati a investire maggiori risorse nella pluralità dei musei e nella manutenzione ordinaria, che deve essere capillarmente diffusa e non risolversi in pochi restauri sensazionali. Auspica quindi un passaggio dall’approccio selettivo rivolto al capolavoro a un’attenzione diffusa al patrimonio nel suo complesso, così da ridurre il fenomeno del turismo di massa e favorire una tutela e valorizzazione diffusa.