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Il museo, una macchina per i viaggi nel tempo
L’intervento offre una panoramica su due approcci all’arte medievale nella Francia tra fine Settecento e inizio Ottocento, quello di Alexandre Lenoir e quello Alexandre Du Sommerard. Castelnuovo descrive l’allestimento del primo Musée des Monuments Français e poi l’Hôtel de Cluny, sottolineando come il pubblico ne fosse a tal punto coinvolto da vivere la visita come un viaggio nel tempo. Questi due casi sono presentati come precursori della tendenza delle mostre d'arte a rendere spettacolare la mise-en-scène delle opere, che definisce – prendendo a prestito il titolo dell’articolo di John Russell Taylor – come The architecture of showmanship («The Times», 1 aprile 1989, p. 9).
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000). -
Nelle sculture romaniche il diavolo è un antico mostro e l’angelo un moderno giullare
Recensione dell'opera: Meyer Schapiro, Arte romanica, Torino, Einaudi, 1982 (I ed. Romanesque art, New York, Braziller, 1977).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
I fasti del gotico minuscolo
Recensione della mostra: Il gotico a Siena. Miniature, pitture, orificerie, oggetti d’arte (Siena, Palazzo Pubblico, 24 luglio-30 ottobre 1982), a c. di Giovanni Previtali, catalogo edito da Centro Di. Ripercorrendo le principali opere, l’intervento traccia un itinerario nell’arte gotica a Siena dalla fine del XIII secolo all’inizio del XV secolo: i nuovi elementi stilistici giunti da Oltralpe accolti e rielaborati in città, dove speciale era la predilezione per le microtecniche; la fortuna degli artisti senesi a Firenze e ad Avignone, divenuti poi modello per l’intera Europa; l’adesione senese al Gotico internazionale e il progressivo spegnersi di ogni innovazione, giunti ormai alle porte del Quattrocento. In particolare, Castelnuovo apprezza la scelta di mettere in rassegna opere di piccolo formato e di differenti tecniche, che ben illustrano come la pittura e la scultura non fossero al vertice della gerarchia delle arti nel periodo in esame.
Per la tematica affine, nella recensione è ricordata la mostra Les Fastes du Gothique. Le siècle de Charles V (Parigi, Galeries nationales du Grand Palais: 9 ottobre 1981-1° febbraio 1982), di cui Castelnuovo aveva scritto su «La Stampa». L’anno seguente, una seconda edizione dell’esposizione sull’arte senese è inaugurata ad Avignone: L'art Gothique Siennois. Enluminure, peinture, orfevrerie, sculpture (Avignone, Musée du Petit Palais: 26 giugno-2 ottobre 1983); anche questa è recensita da Castelnuovo su «La Stampa».
Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Il futuro? È nel museo
Intervento sul ruolo del museo tra passato e futuro: dopo una breve introduzione storica, Castelnuovo si sofferma sulle finalità di queste istituzioni, in dissidio tra la conservazione del patrimonio culturale e il ruolo educativo rivolto a un pubblico in crescita esponenziale. Questo contrasto irrisolvibile è già discusso nella tavola rotonda tenuta a chiusura del convegno per i quattrocento anni della Galleria degli Uffizi, segnalato in apertura dell’articolo; Il dibattito è presieduto da Castelnuovo, che porta una riflessione su Il grande museo d'arte in Italia e all'estero alla fine del XX secolo: tradizioni, problemi attuali, prospettive.
Nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”, si conservano le pubblicazioni derivate dal convegno: Gli Uffizi, quattro secoli di una galleria, atti del convegno (Firenze, 20-24 settembre 1982), a c. di Paola Barocchi e Giovanna Ragionieri, Firenze, Olschki, 1983, 2 voll.); Gli Uffizi, quattro secoli di una galleria. Fonti e documenti, Firenze, s.n., 1982. -
Sono statue non turisti
Pamphlet polemico contro lo sfruttamento delle opere d'arte a fini promozionali; Castelnuovo denuncia la scelta dei Musei Vaticani di inviare alcuni tra i propri massimi capolavori negli Stati Uniti per una serie di mostre prive di contenuti scientifici, sottolineando che un’opera è un unicum: i rischi potenziali cui è soggetta non sono quindi giustificabili dai fini dell’esposizione, che renderebbero la perdita incalcolabile.Alla stessa questione dedicherà ancora un articolo su «La Stampa» nel 1984.
La mostra in questione, The Vatican Collections. The Papacy and Art, è stata itinerante in tre sedi: New York, Metropolitan Museum of Art (26 febbraio-12 giugno 1983); Chicago, Art Institute (21 luglio-16 ottobre 1983); San Francisco, Fine Arts Museum (19 novembre 1983-19 febbraio 1984); catalogo edito dal Metropolitan Museum of Art di New York nel 1982. -
Un’annata buona: romanico, paesaggio e design
Consigli di lettura per le prossime festività natalizie:- Il Settecento e l’Ottocento e Il Novecento, parte della Storia dell’Arte Italiana, Torino, Einaudi, 1982, voll. 6.2-7;
- Il paesaggio, parte della Storia d’Italia. Annali, Torino, Einaudi, 1982, vol. 5;
- Meyer Schapiro, Arte romanica, Torino, Einaudi, 1982;
- Ferdinando Bologna, La coscienza storica dell’arte d’Italia, Torino, Utet, 1982;
- Vittorio Gregotti, Il disegno del prodotto industriale. Italia 1860-1980, Milano, Electa, 1982.
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E Raffaello inventò la natura
Intervento sulla fortuna di Raffaello (1483-1520), in occasione del quinto centenario della nascita. Castelnuovo offre una carrellata di pareri e valutazioni sul maestro, soffermandosi sulla Vita di Raffaello di Giorgio Vasari e sul Giudizio sul Duecento di Roberto Longhi («Proporzioni», II, 1948, pp. 5-54, riedito in Edizione delle opere complete di Roberto Longhi, vol. VII Giudizio sul Duecento e ricerche sul Trecento nell’Italia centrale, 1939-1970, Firenze, Sansoni, 1974, pp. 1-53).
A novembre e a dicembre Castelnuovo interviene nuovamente su Raffaello, recensendo su «La Stampa» due mostre dei suoi disegni inaugurate per l'anniversario. -
Pittori senesi alla corte dei papi
Recensione della mostra: L'art Gothique Siennois. Enluminure, peinture, orfevrerie, sculpture (Avignone, Musée du Petit Palais: 26 giugno-2 ottobre 1983), catalogo edito da Centro Di. Introducendo il Musée du Petit Palais e la sua collezione di primitivi italiani riorganizzata da Michel Laclotte, l’intervento offre una panoramica sull’arte gotica senese del XIV secolo secolo, focalizzandosi sui rapporti tra Siena e Avignone; Castelnuovo riconosce nella città dei papi un centro internazionale, privo di una propria tradizione artistica: per questa ragione e per la presenza di una committenza diffusa, i pittori senesi hanno avuto la possibilità di esprimere più liberamente la loro arte, elaborando così un linguaggio nuovo che si diffuse in tutta Europa, divenendo “internazionale”.
L’esposizione si configura come una seconda edizione della rassegna sull’arte senese curata da Giovanni Previtali, inaugurata l’anno precedente: Il gotico a Siena. Miniature, pitture, orificerie, oggetti d’arte (Siena, Palazzo Pubblico, 24 luglio-30 ottobre 1982); anche questa è stata recensita da Castelnuovo su «La Stampa».
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000). Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La bottega di Raffaello a Londra
Recensione della mostra: Drawings by Raphael. From the Royal Library, the Ashmolean, the British Museum, Chatsworth and other English collections (Londra, British Museum: 1983), a c. di John Arthur Gere e Nicholas Turner; l’intervento è il secondo di tre dedicati a Raffaello in occasione del quinto centenario della nascita (1483-1520), entrambi pubblicati su «La Stampa» ad aprile e a dicembre. Castelnuovo offre un affondo sull’opera grafica del maestro, analizzandola da due differenti prospettive: l’organizzazione del lavoro nella grande bottega, illustrando come i disegni di Raffaello siano stati in primo luogo modelli e strumenti per i numerosi collaboratori nei cantieri vaticani; in secondo luogo, la loro straordinaria fortuna collezionistica in Inghilterra dal XVII al XIX secolo, oggetto della mostra.
Una copia del catalogo è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Chastel fa rivivere la nostra arte dalle catacombe a Fellini
Recensione dell'opera: André Chastel, Storia dell'arte italiana, Roma-Bari, Laterza, 1983 (I ed. L'art italien, Parigi, Larousse, 1956, 2 voll.). L’articolo introduce il volume richiamando il giudizio positivo di Roberto Longhi, promotore della prima edizione italiana tradotta da Anna Banti per Sansoni nel 1957. Castelnuovo rileva che Chastel, pur adottando un’impostazione cronologica di fondo, dimostra una spiccata attenzione per i problemi della geografia artistica e che i ricchi apparati di corredo del testo – le illustrazioni, la bibliografia, l’indice topografico e la lista dei principali musei e monumenti d’Italia, non tutti presenti nell’edizione italiana – rendono l’opera uno strumento da consultare in modo dinamico, al pari di una guida. Il richiamo va al Cicerone di Jacob Burckhardt, già evocato come modello dall’autore stesso nella prefazione alla seconda edizione francese del 1982.
È significativo che il profilo intellettuale di Chastel che emerge nell’articolo pone in risalto l’attività di critico d’arte per il quotidiano Le Monde e gli riconosce, oltre all’approfondita conoscenza dell’arte italiana, uno spiccato talento nella scrittura giornalistica.
Le riproduzioni di opere di artisti piemontesi tra fine Settecento e inizio Ottocento presenti nell'opera sono occasione per richiamare la mostra Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, 1773-1861, curata dallo stesso Castelnuovo con Marco Rosci (Torino, maggio-luglio 1980).
Nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”, sono presenti, oltre all’edizione Laterza recensita in questo articolo, la seconda edizione francese da cui deriva (L'art italien, Parigi, Flammarion, 1982) e la seconda edizione Sansoni (L’Arte italiana, Firenze, Sansoni, 1957, 2 voll., II ed. 1962).