Sfoglia documenti (196 in totale)
-
Tempeste iconoclaste
Recensione della mostra: Bildersturm. Wahnsinn oder Gottes Wille? (Berna, Bernisches Historisches Museum, 2 novembre 2000-16 aprile 2001; Strasburgo, Musée de l'Œuvre Notre-Dame, 12 maggio-26 agosto 2001), a c. di Johannes Tripps. Castelnuovo torna sul tema del valore simbolico e degli usi delle immagini sacre, presentando il fenomeno della rimozione e distruzione delle opere durante i moti iconoclasti della Riforma protestante. L’esposizione nasce, appunto, dal ritrovamento di un gruppo di sculture, sepolte in quel periodo turbolento, negli scavi attorno alla Collegiata si San Vincenzo di Berna, per indagare quale significato e quale potere evocativo queste opere abbiano avuto sugli uomini di quel tempo.
Nell’articolo sono menzionate, vista l’impostazione affine, le mostre Sacre passioni. Scultura lignea a Pisa dal XII al XV secolo (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo, 8 novembre 2000-8 aprile 2001), recensita da Castelnuovo il 12 novembre, e Spiegel der Seligkeit. Privates Bild und Frömmigkeit im Spätmittelalter (Norimberga, Germanisches Nationalmuseum, 31 maggio-8 ottobre 2000), da lui presentata il 17 settembre. -
L’800 non fu poi così stupido
Stralcio della prefazione redatta da Castelnuovo per La pittura in Italia. L'Ottocento (a c. di Enrico Castelnuovo, Milano, Electa, 1990, 2 voll.; un’edizione ridotta e fuori commercio è edita lo stesso anno per la Banca Nazionale dell’Agricoltura). Partendo dalla rievocazione della sfortuna critica della pittura dell’Ottocento italiano, in particolare dal giudizio di Roberto Longhi, sono delineati i criteri e le nuove prospettive adottati nell’opera. Per la stessa collana Castelnuovo aveva già curato i due volumi sul XIII-XIV secolo, pubblicati nel 1986 (La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento). L’articolo è introdotto da un trafiletto di Marco Carminati, a cui probabilmente si deve il lavoro redazionale.
Per il giudizio di Longhi cfr. Carlo Carrà, Milano, Hoepli, 1937, riedito in Opere Complete, vol. XIV: Scritti sull’Otto e Novecento, Firenze, Sansoni, pp. 39-46: “Mentre la buona pittura francese dell’Ottocento quasi s’inaugura con quel dipinto calcinoso ed ingrato, ma inconsapevolmente tanto simbolico, che s’intitola: «Bonjour, M. Courbet», è un peccato che ancora manchi alla moderna pittura italiana, oggi poi che molto si parla di composizioni a soggetto, un gran quadro che finalmente si chiami: «Buona notte, Signor Fattori». Non credo, insomma, alla definizione dello «stupido secolo XIX» perché mi par troppo estensiva; ma se si tratta di riservarla alla pittura italiana di quel centennio non mi opporrò che debolmente” (p. 39).
Una copia dell’opera è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Vetri di luce nei secoli bui
Introduzione al tema delle vetrate medievali: l’articolo prende avvio evocando come artisti e letterati ne abbiano subito il fascino tra fine Ottocento e inizio Novecento. Il contributo si focalizza, in particolare, sul significato simbolico della luce nel pensiero di teologi e filosofi medievali, sugli sviluppi stilistici dall’età tardoantica al gotico, sulla tecnica e sul ruolo dell’artista-artigiano, tutte problematiche, queste, ampiamente indagate nella monografia che Castelnuovo pubblicherà di lì a pochi anni: Vetrate medievali. Officine, tecniche, maestri (Torino, Einaudi, 1994; II ed. 2007). -
Nevicate di marmo tra Pisa e Genova
Anticipazioni sulla mostra Niveo de marmore. L’uso artistico del marmo di Carrara dall’XI al XV secolo (Sarzana [La Spezia], Fortezza Firmafede: 8 marzo-10 maggio 1992), a c. di Enrico Castelnuovo, catalogo edito da Colombo; passando in rassegna le principali opere, Castelnuovo – nelle vesti di curatore – presenta questioni e temi analizzati nell’esposizione, che ricostruisce come in Toscana e Liguria, tra XII e XV secolo, il marmo sia nuovamente estratto, commerciato e soprattutto utilizzato nel campo della produzione artistica. Nel contributo si allude alle seguenti mostre:- Mostra della scultura pisana del Trecento (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo: luglio 1946-ottobre 1947);
- La Madonna nell'arte in Liguria. Dipinti e sculture dal secolo XIII al XVIII (Genova, Palazzo dell'Accademia: 30 aprile-31 maggio 1952).
-
Soffioni di gloria
Recensione dell’opera: Palazzo de Larderel a Livorno. La rappresentazione di un’ascesa sociale nella Toscana dell’Ottocento, a c. di Lucia Frattarelli Fischer e Maria Teresa Lazzarini, Milano, Electa, 1992; l'articolo presenta un profilo di François Jaques Larderel (1790-1858) a partire dalle sue attività di produzione e commercializzazione dell’acido borico e del borace: Castelnuovo ripercorre in prima battuta le vicende alla base della fortuna economica e sociale della famiglia, soffermandosi poi sugli interventi decorativi del palazzo livornese.
Una copia dell’opera è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Quel Duca silurato dal Kgb
Castelnuovo risponde all’articolo Storia dell’arte, attenti al trucco di Federico Zeri («La Stampa», 24 gennaio 1993, p. 21): a quattro anni dalla seconda edizione postuma de La fortuna dei primitivi. Dal Vasari ai neoclassici di Giovanni Previtali (Torino, Einaudi, 1989, I ed. 1964), Zeri accusa l’autore di essere stato “un perfetto esempio di quella mascheratura marxista e comunisteggiante” e di “correggere la storia o meglio falsificarla”. La ragione dell’attacco è la mancanza di riferimenti, nel testo, al duca di Parma Ferdinando di Borbone e al suo precoce interesse per i primitivi, interpretata come atto di censura ideologica verso un aristocratico reazionario. Castelnuovo, che del volume aveva scritto la prefazione, condanna l’attacco e irride Zeri – come il titolo dell’articolo lascia trapelare – per aver accostato gli studi di Previtali alla prassi revisionista del Partito Comunista sovietico, che dalle fotografie cancellava i propri esponenti divenuti scomodi.
Senza smorzare la polemica, Zeri controbatterà ancora a Castelnuovo e a Bernardina Sani, compagna di Previtali che aveva inviato una lettera di protesta al quotidiano (La disfida dei primitivi, «La Stampa», 10 febbraio 1993, p. 18).
Una copia di entrambe le edizioni dell’opera di Previtali è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf” (ed. 1964 - ed. 1989). -
Sul restauro del Battistero di Parma di Bruno Zanardi
Castelnuovo commenta il restauro degli apparati scultorei di Benedetto Antelami del Battistero di Parma, diretto da Bruno Zanardi tra fine anni Ottanta e inizio anni Novanta. L’articolo si inserisce nel dibattito sulla pulitura delle superfici lapidee, infiammatosi nel corso del 1992 a causa della rimozione della patina nera che le ricopriva, con polemiche così aspre da portare all’interruzione del cantiere. Richiamando il parere favorevole sull’intervento rilasciato dalla commissione di esperti incaricati dal Ministero («Il Giornale dell’Arte», n. 108, febbraio 1993, p. 2), Castelnuovo difende i risultati del restauro, accodandosi a quando già espresso da Giorgio Bonsanti e Giuliano Briganti (Al mondo dei restauri sono saltati i nervi, «Il Giornale dell’Arte», n. 97, febbraio 1992, p. 58; Perché sparate sul Battistero, «La Repubblica», 12 settembre 1992, p. 35).
Accompagna l’articolo un contributo di Peter Rockwell, Maestro o allievo? Dipende da come sa usare il trapano, dedicato all’identificazione degli artisti attivi nel Battistero tramite l’analisi della tecnica e gli strumenti da loro impiegati (tratto dalla pubblicazione edita in occasione del restauro: La decorazione plastica. Le tecniche d’intaglio, in Battistero di Parma, Parma-Milano, Cassa di Risparmio di Parma-F.M. Ricci, 1992, vol. I - l’opera è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”). -
Si scava nel cuore di Siena
Recensione del secondo volume dell’opera Die Kirchen von Siena, a c. di Peter Anselm Riedl e Max Seidel, intitolato Oratorio della Carità - S. Domenico (Monaco, Brückmann Verlag, 1985, 4 tomi); l’articolo ripercorre i principali edifici ecclesiastici di Siena schedati e illustrati nella pubblicazione, promossa dal Kunsthistorisches Institut in Florenz, e ne loda i fini: Castelnuovo si sofferma, in particolare, sulla redazione di inventari, cataloghi e censimenti, riconoscendo questi come strumenti fondamentali per acquisire conoscenze sul patrimonio culturale e, quindi, per avviare più consapevolmente ogni iniziativa di restauro e tutela.
Una copia dell’opera è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Gli sbalzi di lucchesia
Recensione dell’opera: Oreficeria sacra a Lucca dal XIII al XV secolo, a c. di Clara Baracchini, Firenze, SPES, 1993, 2 voll.; trattasi del catalogo della mostra, tenutasi al Museo nazionale di Palazzo Mansi a Lucca, 19 gennaio-30 settembre 1990. A partire dalla campagna di schedatura delle opere, l’articolo si focalizza sulla ricostruzione del contesto culturale lucchese in cui sono state prodotte: i reciproci scambi tra differenti tecniche artistiche, la circolazione di modelli figurativi tra le città della Toscana, le committenze. Castelnuovo riconosce come fondamentali punti d’avvio degli studi sull’arte lucchese la Mostra d’Arte Sacra. Dal VI al XIX secolo (Lucca, Palazzo Ducale: giugno - settembre 1957) e le ricerche di Carlo Ludovico Ragghianti (Arte a Lucca. Spicilegio, «La Critica d’Arte», VII, 37, 1960, pp. 57-84; riedito in Studi lucchesi, a c. di Gigetta Dalli Regoli, s.l., Rugani edizioni d'arte, 1990).
Al patrimonio culturale lucchese Castelnuovo aveva già dedicato un articolo, incentrato sulla produzione tessile: A Lucca, capitale della seta, «La Stampa», 6 luglio 1989, p. 3 (recensione della mostra: La seta. Tesori di un’antica arte lucchese. Produzione tessile a Lucca dal XIII al XVII secolo (Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi: 16 giugno-30 settembre 1989), a c. di Donata Devoti, catalogo edito da Maria Pacini Fazzi).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario di Castelnuovo, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
L’arte di ascoltare i dipinti e le bandiere
Profilo di Johan Huizinga (Groninga [Paesi Bassi], 7 dicembre 1872-Arnhem [Paesi Bassi], 1º febbraio 1945), in occasione della pubblicazione della raccolta di saggi Le immagini della storia. Scritti, 1905-1941, a c. di Wietse de Boer, Torino, Einaudi, 1993; nel ripercorrere le principali tappe della biografia, Castelnuovo si sofferma sui contributi di Huizinga tradotti in italiano per descrivere i caratteri che contraddistinsero il personale approccio alla ricerca storica e, in particolare, il suo interesse per le opere d’arte come fonti per ricostruire il contesto da cui provengono. Castelnuovo ripubblicò questo articolo nella sua raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte, Livorno, Sillabe, pp. 263-67 (sezione Scoperta e illustrazione del Medioevo).
Una copia dell’opera è presente nel suo fondo librario, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.